Il Food Waste Index Report 2024, pubblicato dall’UNEP (Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite) e redatto in collaborazione con WRAP (Programma per l’Azione sui Rifiuti e le Risorse del Regno Unito), rivela una realtà sconcertante: ogni giorno, oltre un miliardo di pasti vengono sprecati mentre 783 milioni di persone soffrono la fame. Il rapporto sullo spreco alimentare è un grido d’allarme, un richiamo alla coscienza globale sulle ingiustizie alimentari che persistono nel mondo.
Lo studio
La portata dello spreco è evidente: siamo di fronte a una quantità di cibo sufficiente a sfamare intere nazioni, sprecata in un mondo dove l’insicurezza alimentare è ancora una triste realtà. Ciò che rende ancora più straziante questa situazione è il fatto che il problema dello spreco di cibo non è confinato ai paesi ricchi; al contrario, si diffonde come un flagello anche nelle comunità più povere.
Tutto il mondo contribuisce allo spreco, con una media di 79 kg di cibo sprecato all’anno per persona. E se il 60% di questo spreco avviene a livello familiare, non dobbiamo trascurare il ruolo giocato dai servizi di ristorazione (responsabili del 28% dello spreco) e dalla vendita al dettaglio (12%).
Obiettivo 2030
È sbalorditivo constatare che, nonostante gli sforzi per monitorare e affrontare il problema, molti paesi a basso e medio reddito ancora non dispongono di sistemi adeguati per monitorare il progresso verso l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 12.3 di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030. E questo è un punto critico: senza una vigilanza costante e una volontà politica globale, sarà difficile fare progressi significativi.
Il rapporto rivela anche disparità interessanti. Anche se potremmo pensare che lo spreco alimentare sia un problema tipico dei paesi più ricchi, i dati dimostrano il contrario. La differenza nei livelli di spreco di cibo domestico tra paesi ad alto, medio e basso reddito è sorprendentemente minima. E ciò che emerge è che le regioni più calde tendono a generare maggiori sprechi alimentari, un fatto potenzialmente legato al consumo di alimenti freschi con parti non commestibili e alla mancanza di massicce catene del freddo.
Questo non è solo un problema etico, è anche una minaccia per l’ambiente e il clima. Le perdite e gli sprechi alimentari contribuiscono all’8-10% delle emissioni globali annuali di gas serra, cifra quasi cinque volte superiore a quelle del settore dell’aviazione. Inoltre, il costo economico degli sprechi alimentari è enorme, stimato intorno a 1 trilione di dollari.
Le possibili soluzioni
Quindi, cosa possiamo fare? Questo rapporto non è solo una critica fine a sé Stessa, ma una chiamata all’azione. È importante che i governi, le organizzazioni internazionali e la società civile si uniscano per affrontare questo problema in modo globale. Dalla promozione di pratiche di consumo consapevole all’investimento in infrastrutture per la conservazione alimentare, dobbiamo lavorare insieme per creare un mondo dove il cibo non sia uno spreco, ma una risorsa condivisa equamente da tutti.
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