Nel mese di aprile 2023, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) rilevato dall’ISTAT ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’8,2% su base annua. Nonostante un leggero rallentamento rispetto al mese precedente, l’inflazione continua a essere una preoccupazione per l’economia nazionale.

L’aumento dei prezzi è principalmente attribuibile all’aumento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che sono aumentati del 26,6% su base annua. Questo aumento ha avuto un impatto significativo sull’accelerazione dell’inflazione complessiva. I prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, hanno mostrato un aumento, seppur modesto, contribuendo all’incremento complessivo dei prezzi al consumo.

Tuttavia, secondo l’Istat, alcuni fattori hanno contribuito a mitigare l’aumento dei prezzi. I prezzi degli energetici regolamentati sono diminuiti, anche se in misura minore rispetto all’aumento dei beni energetici non regolamentati. Inoltre, si è verificato un rallentamento dei prezzi degli alimentari lavorati e non lavorati, dei servizi relativi all’abitazione e dei servizi relativi ai trasporti.

È interessante notare che l’inflazione di fondo, che esclude gli alimentari e gli energetici, ha registrato un lieve rallentamento, passando dal 6,3% al 6,2%. Questo suggerisce che l’aumento dei prezzi è stato influenzato principalmente dai settori degli alimentari e degli energetici.

L’aumento dei prezzi dei beni è stato maggiore rispetto a quello dei servizi, portando a un differenziale inflazionistico tra i due settori.

I prezzi dei beni alimentari, della cura della casa e della persona hanno mostrato un rallentamento, mentre i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto hanno registrato un aumento.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA),  ha mostrato un aumento più accentuato rispetto all’indice NIC, con un incremento dello 0,9% su base mensile e dell’8,7% su base annua.

L’andamento dei prezzi al consumo nel mese di aprile indica un rallentamento dell’inflazione, ma restano preoccupazioni riguardo alla persistente pressione di quest’ultima. L’aumento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati continua a essere un fattore di preoccupazione, poiché ha un impatto significativo sui prezzi complessivi. Inoltre, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi rappresenta una sfida per il mantenimento della stabilità dei prezzi.

Le autorità economiche e monetarie devono continuare a monitorare attentamente l’evoluzione dei prezzi al consumo. Inoltre devono adottare le misure necessarie per contenere l’inflazione e garantire la stabilità economica a lungo termine.

Inoltre, è importante promuovere politiche volte a favorire la competitività e l’efficienza dei settori produttivi, al fine di limitare eventuali pressioni inflazionistiche da parte dei costi di produzione.

 

Per info: Istat

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