Dicembre 2023 ha registrato interessanti sviluppi nel settore dei mutui, con un significativo ribasso dei tassi. Secondo il bollettino mensile dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), il tasso medio sui mutui è sceso dal 4,5% al 4,42%, indicando una prima diminuzione nei finanziamenti per l’acquisto della prima casa. Tuttavia, non tutto è rose e fiori nel panorama finanziario, poiché le sofferenze nette dei consumatori hanno registrato un aumento di 4 miliardi di euro in un solo anno.

L’inizio della discesa dei tassi sui mutui sembra essere stato anticipato già a fine novembre, in concomitanza con la riduzione dei tassi dei prestiti interbancari. Questi movimenti sono stati interpretati come un possibile preludio alle azioni della Banca Centrale Europea, che gli esperti ritengono possa ridurre il costo del denaro nel corso di tutto il 2024. Mentre i mutui traggono beneficio da questa inversione di tendenza, i depositi non seguono lo stesso andamento.

L’andamento dei depositi

A dicembre, il tasso sui depositi a scadenza prestabilita è salito al 3,9%, in crescita rispetto al 3,82% di novembre. Questo incremento non ha influito sui rendimenti dei mutui, i quali continuano a seguire una traiettoria discendente. In particolare, il tasso medio di tutti i finanziamenti è rimasto invariato rispetto a novembre, attestandosi al 4,76%.

La contrazione complessiva del credito ha registrato una moderata flessione del 2,2% a dicembre rispetto all’anno precedente, rappresentando un rallentamento significativo rispetto al calo del 3% registrato nel novembre 2023. Le imprese sembrano beneficiare maggiormente di questa tendenza, con un calo del 4,8% dei prestiti rispetto all’anno precedente, mentre i prestiti alle famiglie hanno registrato una diminuzione dell’1,2%.

Nonostante segnali di stabilità, le sofferenze nette mostrano una tendenza preoccupante. A novembre 2023, le sofferenze nette sono salite a 17,7 miliardi di euro, rispetto ai 17,5 miliardi di ottobre. Questo rappresenta un aumento di quasi 4 miliardi in un periodo di 12 mesi, se confrontato con il minimo raggiunto a dicembre 2022 (14,2 miliardi). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è leggermente aumentato all’1,05% a novembre 2023, contro l’1,04% di ottobre 2023.

Se da un lato i mutui mostrano segni di ripresa per i consumatori, dall’altro le sofferenze nette pongono interrogativi sullo stato complessivo della stabilità finanziaria. Gli esperti sono chiamati a valutare attentamente questi segnali contrastanti per comprendere appieno il contesto finanziario attuale e prevenendo qualsiasi criticità.

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