La pubblicazione del report dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) presenta due notizie sorprendenti e allo stesso tempo incoraggianti per l’Italia: una diminuzione nella produzione di rifiuti urbani nel 2022 e un aumento nella raccolta differenziata nazionale. Questi dati, sebbene possano sembrare controcorrente rispetto all’andamento positivo del Pil e dei consumi, evidenziano una tendenza favorevole verso la sostenibilità ambientale.

Produzione di rifiuti urbani in calo

Secondo il rapporto di Ispra, la produzione nazionale di rifiuti urbani nel 2022 si attesta a circa 29,1 milioni di tonnellate, registrando un calo dell’1,8% rispetto all’anno precedente. Questo dato in controtendenza potrebbe essere influenzato da vari fattori, inclusi cambiamenti normativi, motivazioni sanitarie o socio-economiche, come la pandemia del 2020 e la crisi internazionale del 2022.

L’andamento decrescente, osservato nel lungo periodo, indica una consapevolezza crescente riguardo alla gestione dei rifiuti e potrebbe essere associato a un maggiore impegno delle comunità nella raccolta differenziata e nelle pratiche di riduzione dei rifiuti.

Aumento della raccolta differenziata

Un dato positivo emerge anche dalla quota di raccolta differenziata, che ha raggiunto il 65,2% della produzione totale. Benché al di sotto di alcune best practice europee, questo incremento dimostra una tendenza positiva verso una maggiore consapevolezza ambientale e responsabilità da parte dei cittadini italiani.

Le regioni del Veneto e della Sardegna si distinguono con percentuali di raccolta differenziata pari al 76,2% e al 75,9%, rispettivamente. La Sicilia supera per la prima volta la soglia del 50%, evidenziando un progresso significativo negli ultimi cinque anni.

Sfide e opportunità nel settore del riciclo

Nonostante i progressi, il rapporto sottolinea che la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani è del 49,2%, ancora al di sotto dell’obiettivo del 50% previsto per il 2020. L’Italia deve affrontare la sfida di migliorare ulteriormente le pratiche di riciclaggio per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei del 65% entro il 2030.

Il settore dello smaltimento in discarica, sebbene in calo, rappresenta ancora il 17,8% del totale dei rifiuti prodotti. Ridurre ulteriormente questa forma di smaltimento è essenziale per rispettare gli obiettivi europei e migliorare la sostenibilità ambientale complessiva del paese.

Costi della gestione dei rifiuti e prospettive future

Il costo medio annuo pro capite della gestione dei rifiuti urbani è di 192,3 euro, con una diminuzione di 2,2 euro rispetto al 2021. La distribuzione geografica mostra il costo più elevato al Centro (228,3 euro per abitante), seguito dal Sud (202,3 euro/abitante) e dal Nord (170,3 euro/abitante).

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha stanziato 2,1 miliardi di euro per investimenti nelle attività di gestione dei rifiuti e in progetti innovativi di economia circolare. Questi finanziamenti rappresentano un’opportunità cruciale per sviluppare soluzioni sostenibili e continuare il percorso positivo intrapreso nella gestione dei rifiuti urbani in Italia.

Nonostante le sfide persistenti, l’Italia sta compiendo progressi significativi nella gestione dei rifiuti urbani. La consapevolezza crescente, l’incremento della raccolta differenziata e gli investimenti pianificati offrono una prospettiva promettente per un futuro più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

Rapporto Rifiuti Urbani Edizione 2023

Rapporto sui Rifiuti Urbani 2023 – Sintesi

 

Foto di Tom Fisk

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