Il crollo delle quotazioni del greggio potrebbe riflettersi in una graduale discesa di 12-15 centesimi sui prezzi finali di benzina e gasolio in Italia

Carburanti: la situazione italiana

Nonostante un crollo di consumi di carburanti sulla domanda di marzo di oltre il 60%, benzina e gasolio in Italia ribassano in modo molto lento. Ieri le principali compagnie hanno tagliato di qualche millesimo di euro, a prezzi che rispetto a venerdì sono scesi in modo impercettibile attorno alla media di 1,42 euro al litro per la benzina e 1,31 per il gasolio.

Perché il prezzo in Italia non scende?

La motivazione è data dal peso imbarazzante del fisco, che sfiora 1 euro al litro. L’accisa sulla benzina è 72,8 centesimi al litro cui aggiungere 25,6 centesimi medi di Iva (variabile perché è in percentuale sull’intero costo, accise comprese), mentre sul gasolio l’accisa è 61,7 centesimi cui aggiungere circa 23,7 centesimi di Iva.

A quanto ammontano i margini sui carburanti?

I margini ammontano fino a 12-15 centesimi sul prezzo finale.  Questo è il prezzo sul quale si rispecchiano tutti gli altri costi infrastrutturali, gli investimenti, il costo finanziario, il personale, la gestione degli impianti dalla raffineria fino al distributore sulla strada. Il valore della materia prima è ormai marginale. Si stima che approssimativamente ogni dimezzamento violento del prezzo del greggio si manifesti dopo alcuni mesi con una riduzione graduale del -10% sul costo dei carburanti finiti.

Di quanto potrebbe scendere il costo dei carburanti?

Secondo alcuni analisti dell’energia, se fossero comprimibili i costi fissi, il prezzo finale potrebbe scendere di 12-15 centesimi quando fra qualche mese i prodotti ottenuti dal petrolio estratto oggi arriveranno nel serbatoio di camion e auto.

I consumi di carburanti nel mese di marzo

I volumi dei principali prodotti petroliferi a marzo si sono praticamente dimezzati, con punte del 90% per quelli impiegati nel trasporto aereo come il cherosene avio. Le vendite di benzina e gasolio si sono ridotte del 60-70%, con punte del 90%.

Gestori in affanno

In questo periodo di fermo i consumi sono scesi ma i costi fissi delle infrastrutture sono rimasti identici. I gestori sono in affanno, perchè devono assicurare il servizio, ma senza consumatori non hanno più margine per pagare i costi. Molti benzinai hanno chiuso e altri che non possono chiudere sono in allarme

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