Il diritto di ripensamento è uno strumento importante nelle mani del consumatore quando acquista un bene o stipula un contratto con un fornitore di servizi a distanza. In questo periodo di emergenza Covid-19, sono stati numerosi i consumatori che hanno acquistato su internet beni e servizi e di essersi immediatamente pentiti. Per sapere come funziona e come esercitarlo continua nelle lettura dell’articolo.

Il diritto di ripensamento serve per tutelare il consumatore quando acquista un bene o stipula un contratto con un fornitore di servizi. In poche parole, rappresenta una sottocategoria del più generico diritto di rescissione.

Diritto di ripensamento: le limitazioni di applicazione

Esistono delle limitazioni ben precise all’esercizio del diritto di ripensamento. Nello specifico l’acquisto del bene o del servizio deve essere fatto “a distanza” ovvero non all’interno di un esercizio commerciale oppure nelle sedi di competenza dell’azienda che stipula la fornitura. In quel caso, valgono tutte le penali contrattuali e le obbligazioni.

Come si può esercitare?

Il diritto di ripensamento si può esercitare nelle seguenti modalità:

con dichiarazione unilaterale del consumatore;

senza obbligazioni o penalità previste dal contratto;

senza doverne dare spiegazioni;

con la restituzione dell’intera somma (nel caso di acquisto di beni materiali) o senza nessun alcun costo aggiuntivo.

Diritto al ripensamento

Che differenza c’è con il diritto di recesso?

La differenza tra diritto di ripensamento e diritto di recesso consiste nel periodo di tempo nel quale si vuole esercitare uno dei due. Il primo è un diritto che permette al consumatore di ripensare alla scelta fatta entro 14 giorni dalla stipula di un qualsiasi contratto di fornitura di beni e servizi (solo se questo è stato sottoscritto fuori dagli uffici del fornitore di servizi e si è ricevuta la copia del documento). Il secondo riguarda direttamente l’annullamento di un contratto e deve essere preannunciato tramite avviso al fornitore di servizi.

Diritto di ripensamento: come esercitarlo

Il consumatore può esercitare il diritto di ripensamento su un acquisto effettuato non in negozio (ad esempio online) oppure per un contratto non firmato nella sede del fornitore di servizi. E’ esclusa la vendita diretta in negozi fisici e la fornitura di servizi (contratto tra aziende e professionista con regolare partita IVA) e altri casi simili.

La tempistica per esercitare il diritto

Il diritto di ripensamento deve essere esercitato entro e non oltre i 14 giorni dalla ricezione del contratto da parte del consumatore. Per quanto riguarda i beni materiali, invece, questo può essere mettere in pratica il diritto di ripensare all’acquisto entro i 14 giorni dal pagamento.

Come si effettua?

Il consumatore che vuole esercitare il diritto deve inviare un modulo in cui segnala la propria volontà di scissione del contratto (o ripensamento sull’acquisto, per i beni materiali con costi a carico di chi restituisce l’oggetto) ed inviarlo al fornitore del servizio. Molto importante è utilizzare, quando si è compilato il documento in ogni sua parte, una raccomandata con ricevuta di ritorno per assicurarsi che la comunicazione sia effettivamente arrivata a destinazione. Una volta comunicato il ripensamento e ricevuta la raccomandata di ritorno, si può considerare esercitato il diritto di ripensamento e scisso il contratto. Se ciò non avviene, le vie legali sembrano l’unica soluzione per il consumatore.

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