Banca d’Italia ha presentato la Relazione annuale 2022 e i dati relativi alla situazione economica delle famiglie e all’andamento dei prezzi.

I temi di interesse per i consumatori

Quadro generale dell’economia italiana

Il PIL italiano è cresciuto del 3,7% lo scorso anno, grazie al miglioramento delle condizioni sanitarie e alla riduzione delle misure anti-pandemia. Ciò ha favorito la ripresa dei settori turistici, dei trasporti e delle costruzioni. Tuttavia la produzione manifatturiera è rimasta stagnante. I consumi delle famiglie sono aumentati e gli investimenti sono cresciuti, con le esportazioni trainate dal settore turistico.

  • Nel 2022, le tensioni internazionali e l’inflazione hanno rallentato l’economia nel secondo semestre. Il reddito disponibile delle famiglie è aumentato nominalmente ma è diminuito in termini reali a causa dell’alta inflazione.
  • Nel primo trimestre del 2023, il PIL è aumentato dello 0,5%, trainato dall’attività industriale e dei servizi. Si prevede una graduale diminuzione dell’inflazione del corso dell’anno. L’espansione economica ha coinvolto tutte le regioni del Paese.

Le famiglie

Nel 2022, il reddito disponibile delle famiglie è aumentato, ma l’alta inflazione ha eroso il suo valore reale nella seconda metà dell’anno. Tuttavia, le misure governative e l’aumento dell’occupazione hanno sostenuto i nuclei meno abbienti. A partire dal prossimo anno, il reddito di cittadinanza sarà sostituto dall’assegno di inclusione, rivolto solo a nuclei in difficoltà economica. Nonostante l’inflazione, i consumi hanno registrato un recupero, soprattutto in concomitanza della primavera e dell’estate. La ricchezza netta delle famiglie è diminuita a causa della svalutazione delle attività finanziarie, ma gli investimenti si sono orientati verso obbligazioni pubbliche italiane. I debiti delle famiglie sono aumentati meno del reddito disponibile e rimangono contenuti a livello internazionale. La ricchezza in attività reali è cresciuta nonostante il rallentamento del mercato immobiliare a causa delle restrizioni sui prestiti e dell’alta inflazione.

I prezzi e i costi

Nel 2022, l’inflazione in Italia è stata la più alta dagli anni ottanta, raggiungendo l’8,7% in media annuale. I rincari dei beni energetici hanno contribuito in gran parte all’aumento dell’inflazione. Gli interventi governativi hanno mitigato l’aumento dei prezzi al consumo. Nel 2023, l’inflazione ha iniziato a diminuire grazie alla riduzione dei prezzi del gas e del petrolio. Si prevede una graduale discesa dell’inflazione nei prossimi mesi.

Finanza Pubblica

Nel 2022, nonostante l’adozione di misure di sostegno a famiglie e imprese, l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al prodotto interno lordo (PIL) è diminuito all’8,0% rispetto al 9,0% precedente, grazie all’andamento positivo dell’economia. Il disavanzo dell’anno precedente riflette anche gli effetti delle modifiche alla contabilizzazione dei crediti di imposta legati ai bonus edilizi, che hanno aumentato il disavanzo complessivo. Il rapporto tra il debito pubblico e il PIL è diminuito di oltre 5 punti percentuali, arrivando al 144,4%, principalmente grazie alla differenza tra la crescita nominale dell’economia e l’onere medio del debito.

Secondo i piani del Governo presentati nel Documento di economia e finanza 2023, quest’anno si prevede un ulteriore calo dell’indebitamento netto e del debito in rapporto al PIL, raggiungendo rispettivamente il 4,5% e il 142,1%. Si prevede inoltre un miglioramento continuo dei conti pubblici nel medio termine, con un disavanzo previsto al 2,5% del PIL nel 2026 e un rapporto debito/PIL al 140,4%.

Tuttavia, a lungo termine, le finanze pubbliche subiranno un impatto negativo a causa della contrazione della popolazione e del suo invecchiamento, che aumenterà la spesa sociale. Per ridurre gradualmente l’incidenza del debito pubblico, sarà necessario mantenere avanzi primari adeguati nel tempo e rafforzare in modo permanente la crescita dell’economia. In questo senso, l’efficace attuazione dei programmi di riforma e investimento previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) può contribuire a raggiungere tale obiettivo, soprattutto se integrato con le modifiche proposte nell’ambito del programma europeo REPowerEU, facilitando anche la transizione verso una economia verde.

 

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