Dopo quattro anni con una piccola crescita la fotografia che ci restituisce il Censis nel suo 53° Rapporto mette in mostra un’Italia coni consumi fermi. Le cause generanti sono la paura, preoccupazione e inquietudine. Dai dati emerge che circa il 45% dei connazionali intuisce un futuro tranquillo per il proprio nucleo familiare, mentre diminuisce sensibilmente a poco più del 20% in riferimento al futuro della Nazione. Le principali soluzioni indicate dagli italiani per tenere testa alla realtà sono: incentivare gli investimenti privati con sgravi fiscali per le imprese, sburocratizzazione, incremento degli investimenti pubblici.
Nel settore della Sharing economy o economia della condivisione sono più di 10 milioni di persone che ha fatto utilizzo della rete per fare acquisti online. Sono molto meno numerosi (3,4 milioni) gli individui che hanno venduto online beni o servizi. Negli ultimi tre mesi sono circa 7 milioni i soggetti che hanno preso in fitto una stanza tramite Airbnb o su piattaforme simili; circa 2 milioni hanno usufruito di servizi di car-pooling da privati. Da segnalare l’impennata dei servizi di noleggio di autoveicoli che si attesta a circa il 23%. Per quanto riguarda la sharing mobility circa 2 milioni di utenti hanno generato circa 12 milioni di noleggi di auto.
Il Rapporto del Censis mette in luce che gli italiani sono un popolo di inventori con una scarsa propensione a brevettare. La nostra Nazione è all’ottavo posto al mondo, piazzandoci dopo Francia e Germania.
Nel campo del recupero e del riciclo le performance del nostro Paese risultano generalmente in linea europea. Ma sicuramente si potrà fare di più e meglio in futuro. I rifiuti da imballaggio sono il 21% dei materiali immessi al consumo e il 16% di quelli recuperati. Nel complessivo il riciclo si attesta al 68%, in linea con gli obiettivi europei. Il recuperato delle materie plastiche è pari al 43%.
Altro comparto strategico per il Paese risulta l’industria armatoriale. Il valore della produzione è in crescita di circa il 2%. L’impatto occupazionale cresce di più lavoro dell’8%. Dal 1998 al 2018 la flotta italiana ha quasi raddoppiato le di tonnellate di stazza lorda passando da 8 a circa 15 milioni. Il risultato è frutto di circa 20 miliardi di dollari di investimenti da parte degli armatori italiani nel rinnovamento del naviglio.
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