“Riuscire a gestire i problemi in una capitale grande e complessa come Roma non è impresa facile, soprattutto quando bisogna soddisfare alcuni criteri minimi di decoro urbano che puntano sulla riqualificazione territoriale di interi quartieri in cui, purtroppo, le aree adibite al verde scarseggiano; è pur vero – l’U.Di.Con., associazione che gestisce il servizio Di.Ci. di Roma – che negli ultimi anni l’amministrazione capitolina ha ignorato accordi mirati a dare una nuova immagine ad alcune zone della città abbandonate al degrado, situazione ampiamente denunciata dai cittadini del quartiere di Torre Maura che ancora attendono una risposta”. 
Parole dure, frutto di più di 20 anni di assoluta indifferenza di fronte alle continue richieste avanzate dai cittadini della zona G4-N, denominata Torre Maura, più precisamente in Via Alfredo de Luca; qui, infatti, a seguito di una convenzione di urbanizzazione della zona che prevedeva la realizzazione di un parco pubblico, è sorto un concessionario di autovetture, attività che secondo la sentenza n. 139/2012 del TAR Lazio “Risulta incompatibile con la destinazione della stessa”. Nonostante il parere del TAR nulla ancora è stato fatto, così come risulta ancora in sospeso l’interrogazione del consigliere capitolino Dario Nanni, particolarmente impegnato nell’attività di  denuncia di casi simili alla giunta, come ad esempio la destinazione a verde pubblico di una zona limitrofa, sita in Via Alfredo de Luca e Via del Fosso di Santa Maura, in cui sembra siano state avanzate proposte alla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma riguardo la possibile installazione di un impianto di distribuzione del carburante, ipotesi confermata dai sopralluoghi disposti dalla stessa sezione sul terreno in questione.
La zona infine, sembra interessata da un altro problema che ha avuto risvolti più consistenti sui residenti: nell’area destinata a verde sportivo privato sono stati sradicati alberi, aiuole e marciapiedi ad uso dei consorziati del complesso di Torre Maura i quali hanno dovuto assistere impotenti alla realizzazione di un capannone più volte demolito e ricostruito, destinato all’attività industriale/artigianale. Come se non bastasse alcuni giorni fa sono intervenuti i Vigili del Fuoco, chiamati da un residente, poiché il muro di confine ha subito danni strutturali consistenti che, almeno per ora dovranno essere pagati dai cittadini, insomma oltre al danno anche la beffa.
“È arrivata l’ora di dare risposte soddisfacenti ai cittadini, per evitare che la situazione rimanga uno dei tanti problemi irrisolti dell’amministrazione guidata da Alemanno; nel caso in cui ci fosse stata una variazione al piano regolatore –afferma l’U.Di.Con.- mi sembra doveroso dare le opportune spiegazioni, anche se sono convinto che privare un quartiere densamente popolato come quello di Torre Maura sia una scelta del tutto opinabile; inoltre non bisogna dimenticare che le opere di urbanizzazione realizzate finora sono state completamente a carico dei residenti e, anche su questo punto, si dovrebbe ampiamente discutere”.
Restano quindi da sbrogliare alcuni nodi: si può erigere un capannone industriale a pochi chilometri dalle abitazioni civili? Che impatto ambientale può generare?
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