Nuove norme e sanzioni più severe nel campo dell’inquinamento marittimo, proposte oggi dalla Commissione europea per rafforzare la legislazione comunitaria attuale, razionalizzandola in base a una sentenza della Corte di giustizia europea. La nuova direttiva chiarisce le violazioni che sono considerate reati penali e che comportano una sanzione. Le imprese possono essere responsabili di tali reati, se commessi per procurar loro un vantaggio, e devono essere soggette a sanzioni proporzionate e dissuasive. Nel 2005 sono state adottate 2 direttive quadro per ovviare agli allarmi destati dagli scarichi illegali di sostanze inquinanti da parte delle navi in mare e per reagire a gravi episodi di versamenti accidentali di idrocarburi. A ottobre 2007 la Corte di giustizia europea ha annullato la decisione quadro che introduceva la natura, il tipo e i livelli delle sanzioni penali, perché essa non era stata adottata nell’ambito del Trattato CE. La proposta di oggi è conforme alle indicazioni della Corte di giustizia europea, e praticamente riprende il contenuto della decisione quadro. Il vicepresidente della Commissione responsabile di giustizia, libertà e sicurezza, Franco Frattini, nell’invitare il Consiglio e il Parlamento europeo a raggiungere presto un accordo sulla proposta, ha dichiarato: “La nuova direttiva rappresenta un’importante integrazione della direttiva sulla protezione dell’ambiente mediante il diritto penale e costituisce un segnale del fatto che la Comunità non tollera che chi danneggia gravemente le nostre risorse naturali rimanga impunito”.

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