Nel panorama instabile del mercato immobiliare italiano, la casa continua a rappresentare un pilastro di sicurezza per gli italiani, nonostante il crollo delle vendite da luglio a settembre 2023.
Le statistiche delineano un quadro inquietante per il settore, con un calo delle compravendite del 10,4%. Se confrontato con il drammatico crollo del segmento commerciale, che ha registrato una contrazione del 60% nei primi nove mesi del 2023, il settore residenziale sembra aver contenuto la sua contrazione. Tuttavia, il record di 800mila case vendute nel 2022 è un lontano ricordo, con l’aumento dei tassi di interesse e dei prezzi al metro quadro che mettono a dura prova il mercato e gli operatori del comparto.
Il rapporto trimestrale dell’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate
L’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate, nell’ultimo rapporto pubblicato a dicembre, sottolinea un ulteriore declino delle compravendite nel terzo trimestre, con oltre il 10% in meno di case vendute.
Le previsioni degli esperti suggeriscono un trend negativo anche per i prossimi mesi, con il rischio che il numero totale delle transazioni scenda sotto le 700mila unità vendute entro la fine del 2023.
Il crollo delle transazioni si riflette in modo particolare nelle otto principali città italiane, con un decremento del 10,3%, indicativo dello stato generale del mercato. Le variazioni tendenziali negative coinvolgono tutte le grandi città, con Firenze e Roma in testa. Anche la dimensione delle abitazioni influisce sulle vendite, con le case grandi che incontrano maggiore difficoltà sul mercato.
Nonostante la sfida del mercato in questo periodo di crisi dovuto al rialzo dei tassi di interesse a all’inflazione, il 95% delle compravendite è ancora effettuato da persone fisiche, il che dimostra un legame affettivo degli italiani con la proprietà immobiliare. Tuttavia, l’accesso alla casa di proprietà si è complicato, con il 59,8% dei non proprietari che dichiara che il rialzo dei tassi di interesse ha reso più oneroso l’acquisto di un’abitazione.
Il 2° rapporto Censis-Federproprietà
Parallelamente a questo quadro critico del mercato immobiliare, un rapporto Censis evidenzia che l’83,2% degli italiani considera ancora la casa come un pilastro di sicurezza e stabilità. La pensano così il 76,9% dei 18-34enni, l’82,4% dei 35-64enni e l’89,3% delle persone con 65 anni e oltre. Per il 78,4% degli italiani la casa è espressione della propria identità e personalità, per il 69,1% è un investimento sempre sicuro e il 50,0% dei proprietari dichiara che non venderà mai la propria abitazione perché vuole tramandarla in eredità ai figli o ai nipoti. Questi dati emergono dal 2° Rapporto Federproprietà-Censis ‘La casa nonostante tutto’.
Il rapporto approfondisce anche le difficoltà finanziarie legate al settore immobiliare. Tra i proprietari di casa con un mutuo, il 35,9% dichiara che il rialzo dei tassi di interesse ha reso difficoltoso il pagamento delle rate. In maggiore affanno sono i più giovani, con il 42,6% dei 18-34enni rispetto al 39,5% dei 35-64enni e al 26,1% delle persone con 65 anni e oltre. A livello territoriale, tra i residenti delle regioni del Centro (41,4%) e del Sud (37,2%) si riscontrano le maggiori difficoltà, rispetto a chi vive nel Nord del Paese (il 32,2% nel Nord-Ovest e il 33,4% nel Nord-Est).
L’accesso alla proprietà della prima casa è diventato più difficile, con il 59,8% dei non proprietari che afferma che il rialzo dei tassi di interesse ha reso più oneroso e complicato l’eventuale acquisto di un’abitazione. Questo vale per il 61,9% dei 18-34enni, meno per le persone di 65 anni e oltre (il 50,8%).
Il rapporto evidenzia inoltre quanto pesino le bollette sul bilancio familiare degli italiani. Il 75,5% dichiara che le spese relative alla casa, come il condominio, le bollette, le tasse, pesano molto sul proprio budget familiare. La percentuale sfiora l’80% tra le famiglie con redditi bassi e scende al 57,6% tra quelle più abbienti. Il peso dei costi della casa sul proprio budget è significativo in tutte le regioni, con il 73,4% dei residenti nel Nord-Ovest, il 70,9% nel Nord-Est, il 79,0% al Centro e il 77,8% nel Sud.