La Commissione europea dirige ancora una volta le sue attenzioni ai due colossi. È questo il primo atto del nuovo mandato di Margrethe Vestager, riconfermata all’antitrust dalla commissione Von der Leyen, che aveva già annunciato di voler guardare i giganti di internet “da vicino”
Anche in questa occasione sono entrambe indagare per il trattamento dei dati personali degli utenti e l’insufficiente trasparenza, nonostante l’entrata in vigore del GDPR, nel trattamento di informazioni personali e di come esse siano utilizzate; in particolare, i rinnovati algoritmi di profilazione permettono a Facebook e Google di individuare comportamenti e inclinazioni, ad esempio politiche, sessuali e religiose, senza che esse siano esplicitamente condivise dagli utenti con le piattaforme – e sono proprio questi dati “impliciti” ed estremamente sensibili al centro delle attenzioni dell’UE. Bruxelles, inoltre, vuole sapere chiaramente come queste e le altre informazioni fornite vengano raccolte ed utilizzate nei sistemi di ricerca, nella pubblicità online e nei servizi di personalizzazione e di login, quali siano le implicazioni economiche e in che misura diano vantaggi nei confronti della concorrenza.
Ciò avviene in concomitanza con un’indagine in pieno svolgimento al di là dell’Atlantico, dove diversi stati americani stanno guidando in coordinazione un’approfondita indagine sulle attività delle società di aziende di Mountain View e Menlo Park e di come le loro pratiche mettano a rischio i dati degli utenti e inflazionino il prezzo delle inserzioni pubblicitarie online.
Per ora l’Antitrust europeo ha inviato dei questionari alle due società, nonché a partner e potenziali concorrenti, ma sembra che questo sia solo il primo passo per un nuovo capito della battaglia tra l’Unione Europea e le multinazionali del web.

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