Il mercato dei mutui per l’acquisto della casa in Italia ha raggiunto cifre considerevoli, con oltre 425 miliardi di euro di consistenze registrate a maggio 2023. Di questi, il 63% è a tasso fisso, mentre il 37% è a tasso variabile. Tuttavia, l’azione della Banca d’Italia è diretta proprio verso questi ultimi, i mutui a tasso variabile, che sono rimasti senza “cap”, ovvero senza un tetto massimo stabilito. La situazione è stata resa più critica dalla politica monetaria della Bce, che ha portato a un incremento dei tassi di interesse a partire da luglio 2022.

Per affrontare questa situazione e prevenire possibili casi di insolvenza dei mutuatari, l’Associazione delle Banche Italiane (Abi), ha concordato con il Ministero dell’Economia una serie di misure a sostegno dei sottoscrittori dei mutui. Queste misure mirano a fornire ai mutuatari opzioni che possano aiutarli a far fronte alle nuove condizioni di mercato senza ulteriori oneri finanziari.

Le tre principali opzioni proposte dall’Abi includono:

  1. Allungamento del piano di ammortamento: le banche possono offrire ai propri clienti l’estensione del piano di ammortamento del finanziamento per l’acquisto della prima casa. Questa misura consente di ridurre l’importo delle rate mensili, rendendo il rimborso più sostenibile.
  2. Rinegoziazione dei contratti di mutuo: l’Abi suggerisce l’ampliamento della platea dei beneficiari della rinegoziazione dei contratti di mutuo ipotecario da tasso variabile a tasso fisso, come introdotto dalla legge di bilancio del 2023. Ciò consente di ottenere maggiore stabilità e prevedibilità nei pagamenti, ad esempio, includendo soggetti con reddito Isee o mutui di importo più elevato rispetto a quanto inizialmente previsto dalla legge.
  3. Fondo Gasparrini: le banche dovranno informare i clienti sulla possibilità di ricorrere al Fondo Gasparrini, un fondo di solidarietà istituito nel 2007. Questo fondo consente di finanziare la sospensione delle rate dei contratti di mutuo per l’acquisto della prima casa fino a un valore massimo di 250.000 euro, in caso di perdita di lavoro, disoccupazione o morte.

Oltre a queste opzioni, l’Abi ricorda ai mutuatari la possibilità di trasferire il proprio mutuo ipotecario in un’altra banca senza spese aggiuntive e la facoltà di trasformare un mutuo da tasso variabile a tasso fisso. Tuttavia, le banche hanno un limite imposto dall’Autorità bancaria europea (Eba): se la rimodulazione del prestito comporta una perdita superiore all’1% dell’operazione di ristrutturazione, il mutuatario potrebbe essere classificato in default, generando così credito deteriorato.

Queste misure sono pensate per fornire una maggiore flessibilità e protezione ai sottoscrittori dei mutui, garantendo che possano far fronte alle sfide del mercato in evoluzione senza rischiare l’insolvenza. L’iniziativa dell’Abi rappresenta un passo importante nel fornire sostegno ai mutuatari italiani e mantenere il settore immobiliare stabile e resiliente di fronte alle oscillazioni del mercato.

 

Fonte: Corriere della sera, 20 luglio 2023

 

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