Le associazioni di consumatori Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Assoconsum, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, CTCU, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Udicon, Unione Nazionale Consumatori hanno firmato il seguente appello /proposta alle Commissioni Giustizia del Senato e della Camera, al Parlamento, al Governo:
Nell’ambito della pesante crisi socio-economica, effetto della pandemia, stiamo assistendo ad un aumento del tasso di disoccupazione generale, a un repentino deterioramento delle condizioni reddituali dei privati e alla conseguente (e già rilevata a livello di prime stime) crescita dei c.d. crediti problematici. Le nuove disposizioni in materia di sovraindebitamento dei consumatori e delle famiglie (o, per meglio dire, dei debitori non fallibili), contenute nel Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCI) e destinate a entrare in vigore il prossimo 15 agosto, avrebbero potuto offrire strumenti adeguati di contenimento del fenomeno, comportando un netto miglioramento degli strumenti giuridici oggi utilizzabili e il superamento di numerose questioni al momento di dubbia interpretazione da parte dei giudici. L’entrata in vigore dell’intero CCI (compresa la nuova disciplina del sovraindebitamento) è stata però rinviata al 1° settembre 2021 e rimane in essere la vigente l. n. 3/2012, con tutti i punti di debolezza emersi nei suoi otto anni di vita (durante i quali è stata peraltro assai poco utilizzata), che la rendono ora del tutto inadeguata ad affrontare l’ulteriore impoverimento delle famiglie italiane. Per ovviare a questo indesiderabile risultato si stanno impegnandosi professori universitari, professionisti del settore, magistrati, associazioni e fondazioni. Chi vi scrive appoggia una proposta di riforma della legge n. 3 del 2012, mediante la quale recepire in via immediata alcune fra le più rilevanti novità introdotte dal CCI. Tale proposta è stata elaborata nell’ambito di un Tavolo di lavoro, costituito da tempo per contrastare il fenomeno del sovraindebitamento, e promosso tra gli altri dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dalla Fondazione San Bernardino di Milano.
Gli aspetti prioritari della proposta sono:

  • introdurre la nozione di indebitamento dell’intero nucleo familiare, invece che individuale (assai meglio in grado di rispondere alle reali modalità con cui le crisi da sovraindebitamento si manifestano e vanno gestite);
  • la possibilità della esdebitazione del debitore incapiente, essenziale per consentire una ripartenza (fresh start) anche se i debiti pregressi non sono stati pagati;
  • una maggiore responsabilizzazione dei finanziatori, che, nell’ipotesi di concessione imprudente del credito, subiscono delle limitazioni di tipo procedurale. La contingenza socio-economica scaturita dalla pandemia rende l’intervento impellente e impone di utilizzare la decretazione d’urgenza come veicolo per le modifiche normative. In particolare, dato che l’obiettivo principale della proposta di riforma è semplificare sul piano procedurale e sostanziale le condizioni di accesso del debitore agli istituti del piano del consumatore e dell’esdebitazione (anche con riguardo al socio illimitatamente responsabile di società di persone), un contesto adeguato sembra essere quello della conversione in legge del Decreto semplificazioni. In assenza di una più efficiente disciplina sul sovraindebitamento, numerosi soggetti vedrebbero accresciuta la situazione di difficoltà e sarebbero a rischio di trovarsi vittime di condotte estorsive ed usurarie da parte di organizzazioni criminali dotate della liquidità che a quei soggetti fa difetto. Infine, perché la procedura possa costituire, nell’immediato futuro, uno strumento di gestione efficace delle crisi dei privati, sarebbe necessario prevedere, tra gli stanziamenti relativi agli «ammortizzatori sociali», forme di sostegno pubblico che rendano sostenibili per gli indebitati le spese della procedura. A questo fine, si potrebbe pensare a un rafforzamento organizzativo e di dotazione del Fondo di prevenzione dell’usura ex art. 15, l.n. 108/96, che sin dall’origine nasce proprio a questo scopo.

Hanno firmato l’appello anche:
Associazione dei Docenti di Diritto dell’Economia (ADDE), Fondazione San Bernardino onlus, Associazione Culturale Favor Debitoris, Federazione europea per la giustizia, Fondazione Nashak, Ritmi – Rete italiana di microfinanza, Consulta nazionale antiusura “Giovanni Paolo II” o.n.l.u.s, Snarp sindacato nazionale anti usura, Fondazione un raggio di luce onlus – Pistoia, San Giuseppe imprenditore associazione di promozione sociale, Fondazione mons. Vito de Grisantis, Fondazione san Gaudenzio di Novara.

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