Il 10 gennaio è stata presentata una proposta di legge alla Camera dei Deputati (Introduzione dell’obbligo di consentire l’asporto di cibi e bevande non consumati dal cliente negli esercizi di ristorazione) per rendere obbligatoria la “doggy bag” nei ristoranti italiani. L’obiettivo dichiarato della proposta è contrastare lo spreco alimentare, un problema prioritario secondo l’Agenda ONU 2030.
Alcuni dati sullo spreco alimentare
Secondo i dati della Fondazione Bdfn, ogni italiano spreca mediamente 65 chili di cibo all’anno a causa di comportamenti errati durante il consumo, sia in casa che nei ristoranti.
Sebbene la pratica della doggy bag non sia una novità, essendo già diffusa in Stati Uniti e Francia, dove è obbligatoria dal 2016, i promotori della proposta ritengono che rendere questa pratica obbligatoria in Italia contribuirà significativamente a ridurre gli sprechi alimentari nel paese. Attualmente, circa il 40% dei cittadini italiani già richiede di portare a casa gli avanzi nei ristoranti.
La proposta prevede multe da 25 a 125 euro per i ristoratori che non rispettano l’obbligo di fornire contenitori riutilizzabili o riciclabili ai clienti che ne fanno richiesta.
Uno dei firmatari della proposta, Giandiego Gatta, ha spiegato che l’obiettivo è ridurre gli sprechi alimentari con approcci etici, ambientali e culturali.
La doggy bag, nata inizialmente come escamotage per portare a casa gli avanzi senza imbarazzo, potrebbe diventare un mezzo per sensibilizzare le generazioni future sulla riduzione degli sprechi.
La conservazione del cibo consegnato sarà responsabilità del cliente. La proposta vuole introdurre nuove abitudini di consumo, sia fuori che dentro casa, con l’obbligo di mettere a disposizione contenitori riutilizzabili o riciclabili. Le multe, ovviamente, varieranno a seconda della gravità della violazione.
Le reazioni alla proposta di legge
Le reazioni successive alla presentazione del progetto di legge sono state positive, ma emergono alcune perplessità. Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, suggerisce che la lotta contro lo spreco alimentare dovrebbe iniziare con l’educazione alimentare, comprensione del valore del cibo e scelte consapevoli.
Anche l’Associazione Fipe esprime apprezzamento ma sottolinea l’importanza di coinvolgere i consumatori attraverso azioni di sensibilizzazione.
La proposta di legge include anche disposizioni sull’obbligo di informare i consumatori. I contenitori dovranno essere riutilizzabili o riciclabili, e la proposta prevede l’uso di diverse modalità, comprese soluzioni tecnologiche, per incentivare il ritorno e il riciclo dei contenitori.
La responsabilità della salubrità del cibo, una volta portato a casa, è principalmente del consumatore, ma tutti i dettagli saranno approfonditi in sede di discussione e di audizione, grazie al coinvolgimento del mondo della ristorazione.