Zuckerberg ci riprova. Nonostante la criptovaluta Libra sia rimasta impantanata tra defezioni importanti come eBay, MasterCard e Visa e indagini governative, da Menlo Park non hanno nessuna intenzione di abbandonare il redditizio mercato dei pagamenti online, forti di un bacino di 2,5 miliardi di utenti che l’azienda non vede l’ora di monetizzare.
Il nuovo tentativo si chiama Facebook Pay, presentato in settimana ed in uscita degli Stati Uniti, pronto per essere poi esportato in altri Paesi del mondo; all’inizio, il servizio sarà limitato all’omonimo social network, ma in un secondo momento arriverà anche sulle altre piattaforme del gruppo WhatsApp e Instagram, e unificherebbe quindi gli esperimenti già effettuati in altre nazioni in materia di pagamenti digitali (vedasi WhatsApp Pay in India).
Il principio di Facebook Pay è semplice: sarà disponibile un portafoglio digitale nel quale registrare le proprie carte di credito, debito e account PayPal (nonostante quest’ultima si sia ritirata dalla Libra Association in tempi recenti) e utilizzare questo wallet per inviare pagamenti ai propri amici, partecipare a raccolte fondi, acquistare biglietti per eventi e prodotti da pagine Marketplace selezionate dal social stesso.
Sul fronte sicurezza, l’azienda ha spiegato che i numeri di carta e di conto saranno cifrati e protetti da PIN o da impronta digitale e non utilizzati per la pubblicità mirata, ma attingerà dal metodo di pagamento, spedizione e dettagli del contatto i dati da elaborare per mostrare inserzioni personalizzate.
Facebook ci ha tenuto a specificare che questo servizio e Libra sono due progetti separati, ed il motivo è intuibile: tramite un approccio più “conservativo” la compagnia in blu desidera dimostrare ai governi, visibilmente preoccupati di lasciare una moneta parallela ad una società di tali dimensioni, la propria affidabilità e sicurezza.
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