In data 29 Luglio l’U.Di.Con. ha ritenuto opportuno segnalare, alla Capitaneria di Porto di Villa San Giovanni e al Ministero dell’Ambiente, la condizione delle coste calabresi in merito all’elevata presenza di meduse, con particolare riferimento alla zona di Scilla nella provincia di Reggio Calabria.
Si riporta di seguito il testo per intero della lettera.
“Con la presente, la
/nscrivente organizzazione intende segnalare come il mare calabrese sia sempre
/npiù invaso dalle meduse, fastidiosa, spesso anche pericolosa, compagnia per le
/nvacanze di tanti turisti. La zona di Scilla, in provincia di Reggio Calabria,
/nsembra particolarmente colpita da tale fenomeno, con il rischio che una
/nstraordinaria meta turistica possa subire un ritorno negativo durante la sua
/nstagione “migliore”. Per tali ragioni, la vicenda non può e non deve rimanere
/nsenza soluzione. Esistono alcuni strumenti capaci di limitare di molto la
/npresenza di tali indesiderati ospiti. Si tratta delle cosiddette “reti di sbarramento anti medusa”, tra
/nl’altro presentate in anteprima lo scorso anno al salone nautico di Genova. Un
/nsistema di facile applicazione e molto economico rispetto a quelli che il
/nmercato, soprattutto estero, offre. In molte altre realtà italiane si stanno
/nmettendo in atto delle vere e proprie azioni capaci di limitare tali
/ndisagi. Sperimentate lo scorso anno nel
/nmare siciliano , le reti anti medusa non ostacolano in alcun modo il passaggio dei mezzi natanti.
/nI moduli, possono essere uniti tra di loro o facilmente separati per consentire
/nqualsiasi tipo di passaggio. Queste reti
/nhanno la giusta flessibilità ed adattamento per assecondare le esigenze e le
/nsituazioni specifiche. Una sicurezza che non danneggia l’ambiente e non
/nostacola le normali ed ordinarie operazioni. Dinanzi a presupposti di tale tipo
/ne verificato il proliferare di tale fenomeno nel mare calabrese, si richiede
/nuna rapida valutazione sull’utilizzo di tali reti, capaci di limitare i disagi
/ndi tanti “fruitori” delle nostre bellissime coste.”
