Il trend costante del prezzo dei carburanti, registrato negli ultimi mesi intorno ai 2 euro, sembra stia pian piano lasciando spazio ad un minimo di speranza agli automobilisti italiani. 
La mossa intrapresa da uno dei colossi, Enel, che ha iniziato a ritoccare i prezzi al ribasso, sembra aver avuto delle ripercussioni su tutta la rete italiana di carburanti: il taglio di due centesimi su verde, diesel e gpl applicato questa mattina è stata veramente una boccata di ossigeno puro.
Le medie nazionali indicano un prezzo di 1,918 euro/litro per la benzina, 1,805 per il gasolio e 0,817 per il gpl. Nel dettaglio, secondo l’analisi di un campione di stazioni di servizio che rappresenta la situazione nazionale, il prezzo praticato dei carburanti in modalità “servito” oscilla, per la benzina, fra 1,900 euro/litro di Eni e l’1,918 di Tamoil con il no-logo in discesa a 1,778. Il gasolio costa 1,799 euro/litro da Eni e 1,805 di Tamoil mentre il no-logo è a quota 1,683. Per il gpl prezzi variano dallo 0,803 euro/litro di Esso e Ip allo 0,817 di Eni, con il no-logo a 0,794.
L’Italia purtroppo si è aggiudicata il primato per il caro-benzina, neanche gli automobilisti spagnoli e greci che risento della crisi forse più di noi devono infatti preoccuparsi del prezzo del carburante, molto probabilmente perché non devono fare i conti con le accise che puntualmente vengono introdotte dal Governo italiano.
Proprio per cercare di risollevare la situazione, il Ministero dello Sviluppo si è messo a lavoro per cercare di trovare una soluzione che, molto probabilmente, porterà all’applicazione della cosiddetta accisa “mobile”, ossia un meccanismo automatico che contrasta l’aumento dell’iva quando il prezzo del gasolio si impenna. In pratica si tratta di un intervento per ridurre quella che è soprannominata “la tassa sulla tassa” sulla benzina: l’effetto in realtà non sarà così rilevante dal punto di vista del risparmio, circa uno o due centesimi al litro, che inciderà poi sulla riduzione del gettito fiscale per circa 240 milioni di euro. Ma è un effetto comunque definito importante per fermare l’aumento dei prezzi della benzina.
In realtà tale meccanismo era stato già introdotto con la Legge Finanziaria del 2008, ma è rimasto inapplicato; con molta probabilità inizierà a far sentire i suoi effetti a novembre, ma ancora rimane l’incognita se sarà inserito all’interno del decreto sviluppo oppure verrà presentato come un provvedimento autonomo. 
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