Nel 2011 si è molto parlato dell’innalzamento delle
/npolveri sottili, del particolato atmosferico che è arrivato alle stelle, del PM10. Ma di cosa stiamo parlando?
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Parliamo delle
/nsospensioni solide e liquide che avendo una dimensione microscopica rimangono
/ndisperse nell’aria, piccolo sì,
/nma aggressive, possono penetrare nel nostro apparato respiratorio e più sono
/npiccole più sono in grado di
/nraggiungere le diverse parti di esso.
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La nocività
/ndipende dalle dimensioni delle polveri:
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/noltre i 7 µm: cavità orale e nasale
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/nfino a 7 µm: laringe
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/nfino a 4,7 µm: trachea e bronchi primari
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/nfino a 3,3 µm: bronchi secondari
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/nfino a 2,1 µm: bronchi terminali
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/nfino a 1,1 µm: alveoli polmonari
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Gli elementi che compongono il particolato hanno sia
/norigine naturale sia antropica (cioè provocata dall’uomo).
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Fra i fattori naturali vi sono ad esempio:
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/npolvere, terra, sale marino,
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/npollini
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/nerosioni di rocce,
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/neruzioni vulcaniche.
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Fra i fattori antropici si include gran parte degli inquinanti
/natmosferici:
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/nemissioni della combustione dei motori a
/ncombustione interna (autocarri, automobili, aeroplani);
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/nemissioni del riscaldamento domestico (in
/nparticolare gasolio, carbone e legna);
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/nresidui dell’usura del manto stradale, dei freni
/ne delle gomme delle vetture;
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/nemissioni di lavorazioni meccaniche, dei
/ncementifici, dei cantieri;
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/nlavorazioni agricole;
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/ninceneritori e centrali elettriche;
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/nfumo di tabacco.
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Alcune
/nparticelle, le particelle primarie,
/nvengono emesse direttamente da una fonte, come i cantieri, strade sterrate,
/ncampi, ciminiere o incendi. Altre forme provengono da complicate reazioni
/nnell’atmosfera tra sostanze chimiche come biossido di zolfo e ossidi di azoto
/nche vengono emesse dalle centrali elettriche, industrie e automobili. Queste
/nparticelle, note come particelle secondarie,
/ncostituiscono la maggior parte delle polveri sottili nei Paesi Occidentali. Il particolato ha effetti diversi sulla
/nsalute umana ed animale.
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Tra i disturbi
/nattribuiti al particolato fine e ultrafine PM10 e
/nsoprattutto PM2,5 (il numero indica la dimensione in micrometri del
/nparticolato, es. il globulo rosso ha una dimensione di 8 µm )vi sono patologie acute e croniche a carico
/ndell’apparato respiratorio:asma, bronchiti, enfisema, allergia, problemi
/ndi tipo cardio-circolatorio, in più la presenza di idrocarburi policiclici
/naromatico, SOx (ossidi di zolfo) e NOx (ossidi di azoto) possono provocare
/ntumori.
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La direttiva
/neuropea (la 2008/50/Ce) impone agli Stati di limitare l’esposizione dei cittadini alle microparticelle del PM10,
/nriguardanti sia la concentrazione annua (40 microgrammi al metro cubo), sia la
/nconcentrazione quotidiana (50 microgrammi al metro cubo) che non deve essere
/nsuperata oltre 35 volte in un anno di calendario. Ma dall’entrata in vigore
/ndella normativa nel 2005, i valori limite per il PM10 in Italia non sono
/nstati rispettati.
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Se
/nvogliamo davvero un’aria respirabile soprattutto nelle
/ngrandi città dove il fenomeno è più rilevante dobbiamo modificare le nostre
/nabitudini anche se con qualche sacrificio magari.
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Diminuiamo
/nl’uso delle autovetture, non è sempre un mezzo indispensabile, possiamo
/nutilizzare i mezzi pubblici o fare una passeggiata (risparmiando sulla
/npalestra).
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Sull’acquisto
/ndi una nuova auto, valutiamo anche quelle poco
/ninquinanti anche se avranno una cilindrata inferiore. Cerchiamo di trasportare più persone con lo stesso mezzo,
/nmagari per chi vive nella stessa zona (dividendo i costi del carburante).
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Fumiamo
/nmeno sigarette, non c’è solo nicotina ma migliaia di componenti e aromi.
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Le
/nabitudini possono essere modificate e avere uno stile un po’ più salutare farà
/nbene a noi e a tutta la comunità.
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