Lo rende noto la Coldiretti che invita i consumatori a vigilare che nelle etichette della passata di pomodoro in vendita sia indicato anche il luogo di coltivazione del pomodoro e non solo quello di confezionamento Dal primo gennaio 2008 cadranno tutte le deroghe e sarà finalmente obbligatorio indicare in etichetta l’origine del pomodoro utilizzato nella passata, secondo quanto previsto dal Decreto del 17 febbraio del Ministero delle Politiche Agricole pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale N 57 del 9/3/2006. Scaduto il termine per consentire lo smaltimento delle vecchie confezioni con il nuovo anno – sottolinea la Coldiretti – non sarà più possibile spacciare nella passata il falso Made in Italy dopo che nel 2007 sono stati oltre 160 milioni i chili di concentrato sbarcati dalla Cina nei porti italiani in fusti di oltre 200 chili di peso.
Ora nelle etichette della passata di pomodoro – precisa la Coldiretti – dovrà essere indicata la zona di coltivazione del pomodoro fresco utilizzato indicando la Regione e lo Stato. Nonostante gli allarmi sulla sicurezza dei prodotti cinesi nel 2007 – sottolinea la Coldiretti – sono quasi triplicate le importazioni di pomodoro concentrato dalla Cina (+163 per cento) per un quantitativo che equivale a circa un quarto dell’intera produzione di pomodoro coltivata in Italia.
Si tratta – precisa la Coldiretti – di una situazione preoccupante con l’arrivo dalla Cina di un equivalente di 1,1 miliardi di chili di pomodoro fresco all’interno di quasi 800mila fusti di triplo concentrato da ognuno dei quali è possibile ottenere oltre cinquemila confezioni di sugo pronto o 1400 confezioni di passata o più di mille tubetti di triplo concentrato etichettati come Made in Italy. La Cina – prosegue la Coldiretti – ha iniziato la produzione di pomodoro nel 1990 e oggi rappresenta il terzo bacino di produzione dopo Stati Uniti e Italia, con circa la metà del concentrato che è esportato proprio nel Belpaese. La produzione cinese di concentrati di pomodoro è localizzata nei territori di Junggar e Tarim, nella regione di Xinjiang, a nord-ovest del Paese nei pressi del confine con il Kazakistan dove operano due grandi gruppi: Tunhe e Chalkis Tomato. Il pomodoro – sostiene la Coldiretti – è il condimento maggiormente acquistato dagli italiani che, secondo i dati Ismea Ac Nielsen, spendono per i consumi casalinghi ben 442 milioni di euro per acquistare oltre 545 mila tonnellate di pomodori in scatola o in bottiglia. Ogni famiglia – precisa la Coldiretti – durante l’anno acquista almeno 31 kg di pomodori trasformati e, a essere preferiti, sono stati nell’ordine i pelati (14 Kg), le passate (11 Kg), le polpe o il pomodoro a pezzi (5 Kg) e per ultimo i concentrati e gli altri derivati (1 Kg). Oltre ai giochi e alle bambole e dei cosmetici, tra le produzioni del paese asiatico, sono già stati messi sotto accusa per i rischi alla salute anche dentifrici, alimenti per animali domestici a causa della presenza irregolare di melamina tossica, anguille, pesce gatto, ma anche succhi e conserve con pericolosi additivi.
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