Il Parlamento europeo ha adottato, con 605 voti favorevoli, 45 contrari e 19 astensioni, una risoluzione preparata dalla commissione temporanea sui cambiamenti climatici, il cui presidente è Guido Sacconi. Gli eurodeputati chiedono all’Ue di ridurre le emissioni interne di almeno il 20% entro il 2020, sottolineando che “i paesi industrializzati hanno una grossa responsabilità nell’accumulo delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera”, mentre i paesi e le popolazioni più poveri saranno “i più gravemente colpiti da un aumento dell’instabilità del clima”.Il Parlamento Ue sostiene la decisione adottata durante la conferenza di Bali di dicembre 2007 di fissare la scadenza del 2009 per concludere l’accordo internazionale ed insiste per l’avvio dei negoziati. I deputati sollecitano, inoltre, politiche che impegnino più fondi per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, ritenendo prioritaria per tutti i governi la promozione di tecnologie efficaci e meno costose in materia energetica. Anche i settori aereo e marittimo, che non sono stati inseriti nel mandato di Bali, devono far parte degli impegni per il dopo 2012. Il pacchetto, diviso in cinque progetti di legge più un documento sugli aiuti di Stato, contiene le azioni considerate necessarie per ridurre del 20 per cento le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 ed aumentare, nello stesso arco temporale, del 20 per cento il consumo energetico da fonti rinnovabili, includendo una quota del 10 per cento di biocarburanti per il settore dei trasporti. Oltre all’approvazione del Parlamento europeo, il documento dovrà passare l’esame degli Stati membri. Il pacchetto include un nuovo sistema di scambio di emissioni che prevede quote vincolanti per ogni Paese, la promozione di obiettivi per le energie rinnovabili, nuove regole per lo stoccaggio di Co2 e per gli aiuti di Stato e un sistema per rendere sostenibile la produzione di biocarburanti.
L’Italia dovrà tagliare il 13 per cento di emissioni di C02 nei settori non inclusi nel sistema di scambio di emissioni (Ets) e dovrà aumentare del 17 per cento i consumi energetici da fonti rinnovabili entro il 2020, rispetto ai livelli del 2005.
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