Anche se provvisori, i dati che l’ISTAT ha diramato in data odierna stimano che, nel mese di marzo 2019 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’1,0% su base annua.

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Una notizia tutt’altro che confortante, in quanto secondo l’Istat l’aumento congiunturale dell’indice generale sia dovuto principalmente alla crescita dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+1,6%), dei tabacchi (+1,3%) e dei servizi relativi ai trasporti (+1,2%), solo in parte bilanciata dal calo dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (-1,5%).

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Per i consumatori, continuano quindi i segnali di debolezza e precarietà del sistema, soprattutto anche alla luce dei dati diffusi dal Centro Studi di Confindustria, che vede un’Italia “ferma” e azzera le previsioni per il PIL del 2019, ribadendo come stia nettamente crollando il clima di fiducia dei consumatori ma anche delle imprese italiane nel settore dell’industria, nevralgico per la crescita del Paese.

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