Roma, 15/01/2019 – “Ancora non è chiara l’entità del danno che le finanziarie auto hanno causato ai cittadini, eppure più che un cartello, quella delle captive banks sui tassi d’interesse, è stata un’azione consolidata che va avanti da circa quindici anni – scrive in una nota il Presidente Nazionale U.Di.Con. Denis Nesci – l’Antitrust ha posto in evidenza come tutte le finanziarie automobilistiche, tranne Mercedes, abbiano condiviso informazioni sui tassi d’interesse, in maniera tale da poter massimizzare i profitti, a danno di quei consumatori ignari che siglavano in serenità un acquisto a rate di un’automobile che poteva vantare un interesse diverso”.

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Scambi di dati e di informazioni tra finanziarie auto, comportamento che avrebbe portato, di fatto, a violare le norme sulla concorrenza. Questo è quanto descritto dall’Antitrust e vale per il maggior numero di cittadini che hanno acquistato un’automobile tra il 2004 ed il 2017.

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“Ribadisco che non è possibile quantificare il danno al momento, ma di certo bisognerà porre in essere delle soluzioni per gli utenti danneggiati, garantendo loro adeguate misure di ristoro – continua Nesci – lo scambio di dati messo in campo dalle finanziarie auto e dimostrato dall’intervento dell’Autorità, ci conferma una condotta illecita che violerebbe le norme sulla sicurezza. Vi terremo aggiornati – conclude – l’esistenza di cartelli è una di quelle prassi contro le quali cerchiamo di lottare tutti i giorni ed anche in questo caso proveremo ad arrivare in fondo alla questione legata alle finanziarie auto”.

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