Due coniugi sono stati infettati dal virus Anisakis, non si tratta di un caso isolato, questo perché sempre più tendiamo a consumare prodotti ittici non cotti, basti notare quanto la cultura alimentare giapponese abbia preso piede nelle abitudini culinarie italiane.

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L’infezione da questo virus, l’Anisakidosi, si può contrarre in seguito al consumo di  pesce infetto crudo o poco cotto, non sottoposto a preventivo congelamento.

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Tra i sintomi più comuni possiamo citare febbre, mal di stomaco, nausea, dolori addominali ed emorragia gastrointestinale, tali sintomi perché l’Anisakis è un batterio che si insedia nel tratto gastrointestinale.

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A seguito di quanto detto è importante che i consumatori ma, soprattutto coloro che operano nella ristorazione siano adeguatamente informati sulle regole alle quali ottemperare per offrire prodotti sicuri e di qualità.

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L’U.DI.CON., quale ente a tutela di quest’ultimi, ritiene opportuno riportare di seguito le seguenti raccomandazioni:  congelamento a -15°C per non meno di 96 ore oppure a -20°C per 24 ore.

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Nonostante tali procedure atte a prevenire la formazione del virus sopra citato, alcune ricerche specifiche hanno evidenziato la possibilità della resistenza alle temperature di abbattimento da parte degli allergeni del virus stesso, perciò raccomandiamo di prendere tutte le adeguate misure di sicurezza per prevenire al meglio i rischi.

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