La Tarsu fa sempre più parlare di sé. In tutta la Penisola c’è grande fermento per le sentenze con cui Cassazione e Corte Costituzionale hanno posto le basi per i ricorsi dei cittadini che hanno pagato una tassa che una tassa non è. Al grande movimento innescato da queste vicende nazionali, si aggiungono casi regionali che, sebbene meno ampi per diffusione, generano comunque grande agitazione nelle realtà locali in cui avvengono.

La cornice del nuovo episodio relativo alla Tarsu è Palermo: il Tar ha infatti annullato la delibera della giunta comunale dei primi di giugno del 2006, che prevedeva un aumento del 75%. A muoversi contro questo aumento spropositato ci ha pensato l’Assindustria Palermo, la quale ha presentato ricorso, col risultato che i giudici hanno annullato l’aumento, adducendo come motivo il fatto che l’aggiornamento della tariffa Tarsu spettava al consiglio comunale, e sottolineando che non si è tenuto conto del principio della gradualità nel valutare la portata dell’aumento.

Il ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa, l’organo di appello del Tar, appare scontato: si punta ad ottenere una richiesta di sospensiva per provare a bloccare gli effetti della sentenza che, per il Comune, sarebbero disastrosi. Ai cittadini andrebbero infatti restituiti i soldi versati a partire dal secondo semestre del 2007, poiché da quel periodo si era stabilito che dovesse decorrere l’aumento del 75%.

UFFICIO LEGALE UDICON
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