La vicenda della restituzione ai cittadini dell’iva indebitamente pagata per Tia e Tarsu continua, arrivando a una possibile, importantissima svolta. Continuano i dubbi e le incertezze, si brancola ancora nel buio di un regolamento lacunoso e confuso, ma ciò che rimane chiaro è il senso della sentenza 238/2009 della Corte costituzionale, la quale stabilisce che Tia e Tarsu non sono soggette ad imposta.

Adesso è la sentenza del giudice di pace di Venezia a dare una nuova scossa alla questione, imponendo alla società che gestisce il servizio nel capoluogo veneto, di sborsare 67,36 euro più 230 euro di spese di procedura per la restituzione dell’iva pagata da un cittadino. Si tratta di un episodio che rischia di non essere isolato, ma di segnare un precedente che potrebbe scatenare una reazione a catena di enorme portata. Con conseguenze economiche che, per le istituzioni, sarebbero catastrofiche, in quanto i contribuenti che hanno diritto alla restituzione dell’iva sono innumerevoli.

In attesa di capire come il Governo e gli altri enti affronteranno la cosa, il giudice di pace di Venezia ha aperto uno spiraglio importante alla speranza dei cittadini-consumatori di veder effettivamente tutelato un loro diritto.

UFFICIO LEGALE UDICON
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