TAORMINA. I dati che emergono dalla conferenza mondiale sull´amianto che si è aperto oggi a Taormina, sono allarmanti: circa 4.000 infatti, risultano le persone morte per l´amianto ogni anno. Un dato destinato a crescere perché l´asbesto è un materiale che una volta respirato ed entrato nell´organismo umano, può restare silente per decenni, fino anche a 40 anni, e poi esplodere in tutta la sua violenza distruttiva che accompagna alla morte in pochissimi mesi dalla diagnosi definitiva.
La Conferenza Mondiale organizzata dall´Ispel, l´Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro, presso la sede dell´Atahotel di Capotaormina nei giorni dall´1 al 3 ottobre, nasce per fornire dati e cifre su: siti da bonificare, quelli già bonificati, le situazioni a rischio amianto in Italia e nel mondo, come realizzare mappature dell’amianto a scala nazionale ed internazionale, le più opportune procedure per calcolare l’analisi di rischio, le metodologie di bonifica e ripristino ambientale in siti naturali contaminati, il numero delle vittime causate dall´amianto.
Come ha ricordato Antonio Moccaldi commissario straordinario dell´Ispesel, l´iniziativa intende “sensibilizzare l´opinione pubblica. Attualmente i morti per amianto sono circa 4.000 l´anno solo in Italia, ma le vittime aumenteranno in maniera esponenziale. Il picco massimo si registrerà nel 2015 -2018. L´età media della diagnosi è intorno ai 68 anni”.
Uno sguardo attento sarà rivolto all´Italia, dove si registrano circa 57 siti da bonificare di Interesse Nazionale. In particolare sarà proposta una suddivisione per aree: nove principalmente contaminate dall´amianto e 48 dove l´amianto è un contaminante secondario, ma comunque molto pericoloso nocivo è per la salute. Attualmente si stima che le risorse finanziarie stanziate per la bonifica di questi siti ammontino a circa 50 milioni di euro.
“Uno degli obiettivi principali della conferenza – ha sottolinea Federica Paglietti ricercatrice ISPESL – è, infatti, quello di bandire l´amianto a livello internazionale per non creare discrepanze tra i paesi industrializzati e i paesi in via di sviluppo. Il nostro obiettivo è sollecitare interventi di bonifica e di prevenzione per la sicurezza e la salute dei lavoratori e degli ambienti di vita in quanto sono presenti in Italia più di 27 mila siti contaminati da amianto. Possiamo vantare un grande primato: a livello mondiale non tutti i paesi hanno bandito l´amianto mentre l´Italia è leader sulla prevenzione, sulla normativa e sulla bonifica dei siti contaminati da amianto”.

Tra le finalità della tre giorni vi è l´elaborazione di un documento scientificamente rilevante, da sottoporre alle autorità competenti sia nazionali che internazionali. Uno strumento utile alla diffusione della cultura della prevenzione e alla lotta all´amianto.

AMIANTO: I NUMERI DI UN SERIAL KILLER STRISCIANTE
Un killer silenzioso, ma che produce numeri da capogiro. Nel mondo ogni anno circa 100 mila persone muoiono per mano dell´amianto e solo in Italia il numero delle vittime sale costantemente. Ogni anno l´INAIL denuncia circa 1.700 casi da esposizione lavorativa a questo cancerogeno, ma il monito rischia di perdersi in cifre e numeri prodotti.
“L´Ispesl – sottolinea Antonio Moccaldi – si occupa da anni della prevenzione dei rischi per i lavoratori e le popolazioni esposte derivanti dall´inquinamento delle matrici ambientali aria, acqua e suolo. Dedichiamo particolare importanza all´impiego dell´amianto, sia sotto il profilo medico, che di tutela dei lavoratori e degli ambienti di vita contaminati da tale cancerogeno”.
Dal 1992 al 2006 infatti più di 600.000 lavoratori italiani hanno fatto richiesta di indennizzo e solo circa 145.000 lo hanno ottenuto; più di 1.200 richieste sono state negate e le rimanenti sono ancora oggetto di indagine.
“L´impatto sanitario determinato dall´impiego dell´amianto in numerose attività produttive – sottolinea Federica Paglietti – è stato valutato dall´Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) in circa 100mila morti l´anno nel mondo”.


Postato da Agipa su AgipaPress

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