Tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori è doveroso in un Paese che si considera civile. Non è più possibile guardare con indifferenza ai troppi casi che quotidianamente raccontano di incidenti fatali sul posto di lavoro. E così il Consiglio dei ministri è intervenuto sul testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso il decreto legislativo contenente disposizioni integrative e correttive.

“Speriamo che le istituzioni sappiano intervenire in modo deciso per la tutela dei lavoratori -è il pensiero di Denis Domenico Nesci, presidente U.Di.Con.- poiché la costanza con cui ogni giorno veniamo a conoscenza di casi di morti bianche lascia davvero sgomenti”. Numerose statistiche indicano ancora l’Italia come uno dei Paesi europei in cui si registra il maggior numero di vittime sul lavoro. Per invertire questo trend niente affatto lusinghiero, il decreto legislativo mira ad inasprire le sanzioni ai danni di chi non seguirà determinate regole.

Per il datore di lavoro scatta l’arresto nel caso in cui non proceda alla valutazione del pericolo nelle aziende considerate a rischio rilevante, con sanzioni pecuniarie più pesanti del 50% rispetto a quelle previste dalla legge 626 del 1994. E in più si punterà sulla formazione specifica per lavoratori atipici e flessibili, mentre diminuiranno le sanzioni per inadempienze burocratiche. L’augurio di tutti quanti è che questo provvedimento sia il primo di una serie di interventi capaci di rilevarsi efficaci contro le stragi che uccidono chi va a fare il proprio dovere, mettendo a disposizione della collettività competenze, impegno e sacrifici.


                                                   Ferdinando
/nMorabito

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