Milano, 23/09/2019 – “E’ molto triste lo scenario emerso lo scorso venerdì in una scuola elementare di Milano – scrive in una nota il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con. Denis Nesci – alcuni bambini provenienti da famiglie con evidenti problemi economici sono stati costretti a pranzare lontani dagli altri compagni nella mensa della scuola, consumando il proprio pasto nel corridoio. Una scena assolutamente discriminatoria, considerando che i cinque bambini in questione non hanno avuto altra scelta se non quella di portarsi il cibo da casa, per non aver pagato il servizio mensa a causa di risorse economiche insufficienti. L’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma che Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. Di fratellanza se n’è vista ben poca in questo gravissimo episodio, i bambini dovrebbero vivere un clima positivo nell’ambiente scolastico, cosa che in questo caso non si è assolutamente verificata.”

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“La situazione emersa dagli organi di stampa ci ha lasciato senza parole – continua sulla stessa linea il Presidente Provinciale dell’U.Di.Con. di Milano, Andrea Sciolti – abbiamo da sempre a cuore l’inclusione sociale delle fasce più deboli della popolazione, che non possiamo tacere di fronte a questi episodi. In questa situazione non c’è un colpevole, ma a volte è necessario che chi detiene i poteri decisionali all’interno di un qualsiasi Istituto, pubblico o privato che sia, si metta una mano sulla coscienza per evitare che si creino situazioni emarginative”.

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“Non si può permettere che bambini, che non usufruiscono del servizio mensa, mangino su una panchina nell’atrio della scuola – continua Nesci – gli organi scolastici devono garantire a chi porta il pranzo da casa uno spazio idoneo alla consumazione di un pasto, non possono lasciare che bambini si creino un tavolo con una panca ed utilizzino il pavimento al posto delle sedie. Questi bambini sono stati umiliati dal sistema scolastico che, invece di dimostrarsi propenso all’inclusione garantendo delle esperienze positive, ha arrecato solo disagi e violenze psicologiche. Questo atteggiamento non è classificabile nemmeno educativo per tutti quei bimbi che invece usufruiscono del servizio mensa, in quanto potrebbero essere portati a credere che il cibo non sia un diritto per tutti. Sarebbe opportuno – conclude Nesci – che il Preside dell’Istituto adotti al più presto delle soluzioni più congrue e meno discriminatorie, affinchè i bambini non si sentano esclusi ed emarginati rispetto agli altri compagni che, al contrario loro, usufruiscono del servizio mensa”.

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