E’ stato respinto il ricorso dei proprietari di abitazioni alla Corte Costituzionale contro le nuove disposizioni introdotte dalla legge di stabilità del 2016. Il 13 aprile scorso è stato raggiunto un risultato molto importante nella nota ai canoni di affitto in nero. Nello specifico, viene sancito che la registrazione del contratto spetta al proprietario e che se questo non avviene nei tempi previsti, il contratto è nullo e l’inquilino può richiedere, entro sei mesi dalla riconsegna dell’immobile, la restituzione del denaro versato indebitamente al proprietario dell’abitazione.

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I dati che riguardano i canoni in nero sono allarmanti: circa 950mila unità immobiliari in tutta Italia, per una mancata dichiarazione di oltre 5 miliardi di euro, per una evasione di 1,5 miliardi di Irpef. Gli studenti sono i più colpiti da questa pessima usanza, ma con quest’arma sarà più difficile per i proprietari convincere i ragazzi e le loro famiglie ad accettare un contratto in nero.

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Ad avanzare denuncia tra il 2011 ed il 2015 sono stati oltre 2mila inquilini solo a Roma, per un numero che si aggira su tutto il territorio nazionale sui 10mila. Si prospetta un vertiginoso aumento di denunce a partire da questa sentenza che potrebbe mettere la parola fine su questo malcostume dei proprietari di abitazioni più “furbi”.

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