Nessuno dei nostri assistiti ha confermato la presenza di opere sul territorio in cui erano ubicati i loro fondi, né ha mai tratto specifici benefici da manutenzioni e bonifiche poiché mai effettuate dal Consorzio; al contrario, – afferma il responsabile provinciale dell’Unione per la difesa dei consumatori a Bari, Antonella De Bernardis –  in situazioni di serio rischio per il proprio raccolto, gli stessi agricoltori hanno dovuto attivarsi per ripulire i canali di scolo e per ripristinare le strade dissestate. Tali necessari ed urgenti ripristini avvenivano a esclusivo carico dei proprietari dei fondi che subivano oltre al danno, anche la “beffa” di vedersi recapitate richieste di pagamento del tributo da parte dell’Ente competente alla tutela del territorio”.

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Con queste parole interviene l’U.Di.Con. in merito alle domande pervenute da numerosi cittadini che si sono recati presso la sede in cerca di chiarimenti relativi ai solleciti di pagamento inviato dal Consorzio di Bonifica “Terre d’Apulia”, in particolare sulla natura dell’atto ricevuto, sui criteri di liquidazione dell’ammontare del contributo preteso, sulla convenienza o meno dell’estinzione del debito, sulle modalità di impugnazione e non da ultimo sull’Organo Giudiziario competente.

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L’associazione in questi mesi ha cercato di sopperire con tutti gli strumenti a disposizione, dando un’informativa non solo compensativa, ma quasi sostitutiva degli Organi competenti, alla luce della mancata informazione da parte dell’Ente impositore né a mezzo degli atti notificati, né tramite i propri dipendenti, in ampia violazione delle norme a difesa dei Contribuenti. Lo Statuto dei Contribuenti, all’art. 6, co. 3 enuncia infatti che “l’amministrazione finanziaria deve garantire che tutte le comunicazioni siano comprensibili anche ai contribuenti sforniti di conoscenze in materia tributaria, in modo da consentirgli l’adempimento di obbligazioni nelle forme meno costose e più agevoli.”

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A fronte di queste considerazioni, l’U.Di.Con. attraverso una lettera aperta al Consorzio ha denunciato l’imperizia dell’Ente e l’infondatezza della pretesa tributaria, evidenziando l’incapacità dell’agricoltore di avere un’agevole conoscenza delle norme amministrative.

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La realtà del nostro sistema produttivo, economico e sociale, caratterizzata da soggetti con netta disparità di potere, ci impone di salvaguardare la posizione dei più deboli, di monitorare il corretto svolgimento della dinamica degli equilibri in un’ottica sempre più liberale – conclude la responsabile De Bernardis –  considerando la vicenda, descritta nei suoi aspetti salienti, chiediamo che l’Ente competente e le Istituzioni intervengano in tal senso e provvedano a tutela di una categoria, quella degli agricoltori, al servizio di un settore ancora di focale importanza per l’economia del nostro Sud”.

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