Fidarsi è bene, non
/nfidarsi è meglio
,
/ndice un vecchio adagio: ora, senza voler accettare incondizionatamente il
/nmessaggio veicolato in questa massima e alzare il vessillo della diffidenza
/ncome slogan per un’esistenza priva di preoccupazioni, occorre sicuramente
/nriflettere sul modo in cui elargiamo la nostra fiducia. Senza perderci in
/ncongetture sui molteplici rapporti che guidano l’agire umano, la cosa che in
/nquesta sede ci interessa è in che modo ci fidiamo degli altri quando indossiamo
/ni panni di cittadini-consumatori e, di conseguenza, siamo maggiormente esposti
/nalle insidie e ai tranelli insiti nella natura stessa della nostra posizione.

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“Molto spesso è proprio
/nla faciloneria con cui affidiamo informazioni personali a sconosciuti
–dice il Presidente Nazionale Udicon,
/nDenis Nesci- la causa prima del
/nverificarsi di una truffa, per cui in tale ambito è sempre preferibile agire
/ncon grande prudenza
. Non dobbiamo mai
/nfarci attrarre da un’occasione all’apparenza irripetibile senza aver preso le
/ndovute precauzioni
–consiglia ancora Nesci- e bisogna sempre partire dalla convinzione che è meglio rischiare di
/nnon sfruttare un’offerta conveniente, piuttosto che rischiare di subire una
/ntruffa”.

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A tal proposito, è emblematica una fattispecie particolare di
/ntruffa che, negli ultimi tempi, ha avuto una certa diffusione sull’intero
/nterritorio nazionale: si tratta della cosiddetta “truffa dell’anticipo”,
/nriferita all’affitto di un appartamento, solitamente in una grande città.

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“Coloro che, per motivi
/ndi studio o di lavoro, si trasferiscono in una nuova città hanno come prima
/nesigenza la ricerca di una casa: tale sfiancante lavoro
–osserva Denis Nesci- può portare ad abbassare la guardia su
/npossibili raggiri, vista la necessità impellente e il desiderio di porre fine
/nad una caccia spesso lunga e faticosa. Purtroppo su queste debolezze si
/ninseriscono abilmente degli oscuri personaggi che, approfittando della
/nsituazione e dei prezzi di mercato comunque molto alti, piazzano proposte
/ndecisamente allettanti e, perlomeno in apparenza, meritevoli d’attenzione:
/ndietro l’apparenza però
–continua il Presidente Nazionale Udicon- in molti casi si nasconde l’imbroglio”.

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Il proprietario di casa, secondo una prassi fraudolenta ormai
/nconsolidata, una volta contattato (quasi sempre il contatto messo a
/ndisposizione degli interessati è un indirizzo e-mail) afferma di trovarsi
/nall’estero e di non poter far vedere la casa al richiedente, aggiungendo di non
/navere persone di fiducia a cui delegare tale onere: inoltre, ha lui le chiavi,
/nche però possono essere spedite alla persona interessata dietro versamento di
/nuna caparra. Ed è proprio in quest’ultimo passaggio che la truffa si
/nconcretizza: il denaro inviato difficilmente potrà essere recuperato e il
/nmalcapitato si renderà conto che la caparra in oggetto è stata versata per un
/nappartamento che nemmeno esiste.

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Quali sono le contromisure da opporre? Prima di tutto bisogna
/naccertarsi che l’interlocutore sia davvero il proprietario, per cui è
/nessenziale recarsi personalmente a vedere l’appartamento e a conoscere colui
/ncol quale si è entrati in contatto; poi, è bene diffidare da chi è riluttante
/nad un incontro di persona, non utilizza mai il canale telefonico e affida ogni
/ncomunicazione alle e-mail; inoltre, mai versare soldi sulla fiducia, ma lasciar
/nla caparra solo dietro il rilascio di una ricevuta e, soprattutto, delle
/nchiavi, e ovviamente in un incontro faccia a faccia. E infine, la solita e
/ninossidabile regola di base: se un affare è troppo buono per essere vero, è
/nperché forse tanto vero non è…    

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