Secondo recenti dati la condivisione dell’affitto è diventata la modalità abitativa più scelta soprattutto tra i giovani lavoratori.
Non solo studenti insomma che iniziano così la loro prima esperienza di indipendenza dalla famiglia vivendo insieme in case in affitto in modo da poter dividere le spese inerenti al consumo della casa.
Ora anche i lavoratori scelgono la stessa soluzione, condividere l’appartamento in affitto con amici o estranei, risparmiando non soltanto sul costo del canone di locazione, ma anche sulle spese condominiali e sulle bollette.
Il modesto livello degli stipendi italiani (1.000 euro al mese il salario medio di un impiegato nel nostro Paese) costringe chi lavora nelle grandi città a condividere l’appartamento. Ben il 59% delle coabitazioni nelle principali città italiane si realizza fra persone che già hanno un impiego, sì perché quello della coabitazione è un fenomeno osservabile soprattutto nelle grandi città dove i costi per acquistare una casa sono alti e non essendoci ora sicuri e continui stipendi non si può avere la certezza di poter pagare un mutuo in maniera continua e vivere con altre persone che già hanno un’occupazione aiuta a condividere gioie e dolori del mondo lavorativo.
Un passaggio obbligato se si guarda ai canoni mensili d’affitto di un monolocale a Milano 815 euro, a Roma 755, a Firenze 710, a Torino 570, a Genova 490, a Venezia fino a 850.
Tutto questo non deve essere visto necessariamente come un fenomeno negativo o un fallimento, visto che il numero di matrimoni è in calo, il numero dei divorzi sale e purtroppo i soldi in tasca sono pochi e non si può sempre chiedere aiuto ai genitori, questa soluzione crea un modo per non isolarsi e per avere qualche risparmio in più da tenere da parte e per dividere anche la manutenzione della casa e per sentirsi meno soli in questa era digitale.
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