S’invoca a gran voce alla salubrità, alla sicurezza degli alimenti e poi non si arriva a nessun accordo sull’etichettatura dei cibi alterati. Il cittadino non deve sapere cosa sta mangiando, altrimenti ha la possibilità di scelta. Tutto questo viene deciso a Bruxelles dove non si è raggiunto l’accordo del Parlamento e del Consiglio Europeo sull’etichettatura della carne importata, per risolvere la questione che riguarda gli animali clonati e i loro discendenti. Così sulle nostre tavole potrà arrivare carne clonata a nostra insaputa. Secondo le analisi della Coldiretti, basate sui dati ISTAT, l’Italia nel 2010 ha importato carne fresca, congelata o refrigerata per ben 18 milioni di chili dal Brasile, per 9,3 milioni di chili dall’Argentina e per 1,3 milioni di chili dagli Usa, ossia proprio alcuni dei paesi in cui la pratica della clonazione si è diffusa più rapidamente. Per tale ragione le importazioni di carne proveniente da questi Paesi dovrebbero essere controllate con particolare attenzione in Europa e in Italia.
Se questi alimenti sono così sani e non ci sono pericoli, perché non può essere indicata la generazione? qual è la paura delle aziende nel sottolineare la clonazione dell’animale? in più ci saranno differenze nei costi della carne? sarà più o meno costosa? farà male? ne subiremo le conseguenze nei prossimi anni ?
Ma non c’è tempo di porsi certe domande che dalla Cina arrivano le prime informazioni su sperimentazioni che riguardano mucche che grazie a modificazioni genetiche riescono a produrre latte umano con l’aggiunta di lisozima lattoferrina e grassi al 20%.
Per i ricercatori cinesi, la bevanda “Potrebbe essere un’alternativa all’allattamento al seno e ai vari latti artificiali che spesso sono criticati come un’alternativa insufficiente per il neonato”.
Un brivido però attraversa la schiena se pensiamo al futuro, animali che da secoli vengono allevati dall’uomo non sono più sufficienti per le sue esigenze economiche, la loro salute è sempre meno importante, l’industria alimentare dovrebbe avere più cura poiché dipendiamo da quello che mangiamo dipendiamo.
La possibilità di mangiare sano, alimenti non inquinati e non trattati, anche se esteticamente poco allettanti, può evitarci molte malattie e fornirci tutti i macro e micro elementi di cui abbiamo bisogno, senza così ricorrere a cure farmaceutiche.
Dobbiamo essere più consapevoli e più attenti così da non farci schiacciare dalle aziende e dalle loro esigenze, il consumatore non è l’ultimo anello della catena ma il primo.
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