L’ordinanza del Tar del Lazio, il tribunale amministrativo chiamato a decidere sulla legittimità dell’aumento sui pedaggi autostradali previsto dal governo nella sua ultima manovra finanziaria. Un’ordinanza che di fatto boccia il “balzello” del Grande Raccordo Anulare: “Abbiamo evitato un’ingiustizia” esordisce il presidente della provincia Nicola Zingaretti, promotore del ricorso per conto di 41 comuni della provincia romana e insieme alla provincia di Rieti, ai comuni di Frascati, Fiumicino, Olevano Romano, Ladispoli e Bracciano. E continua: “L’ ingiustizia che a pagare la festa siano sempre gli stessi: quelli che la festa non l’hanno mai fatta. Serve rigore e grande senso di giustizia: e in questi ultimi due anni non abbiamo avuto ne l’uno ne l’altro” continua Zingaretti. “Questa finanziaria pesa su enti locali, dipendenti pubblici, pendolari. È iniqua dal punto di vista sociale e ingiusta nei confronti di Roma e del suo territorio, con 9 caselli sui 23 totali sottoposti a balzello. Il governo chiede rigore e sacrifici, dopo aver agito con totale mancanza di rigore: penso alla disinvoltura dell’operazione Maddalena. Un’ immensa e ingiustificata spesa pubblica. Penso alla mancanza di rigore nella lotta all’evasione”. Un altro aspetto importante dell’ordinanza del Tar lo ha sottolineato l’avvocato Gianluigi Pellegrino, rappresentante davanti al Tar della provincia di Rieti: “Si trattava di una tassa che ipocritamente non si voleva chiamare con il suo nome. Con un paradosso: per la struttura stessa del Gra, c’era chi pagava senza usufruire del servizio e chi usufruiva del servizio senza pagare niente”. Tantissime le reazioni. A cominciare dal sindaco Alemanno che ha parlato di segnali importanti “per fare in modo che le necessità finanziarie del governo non siano sulle spalle dei pendolari”. Renata Polverini ha invece annunciato di non aver presentato il ricorso, pur sostenendo Zingaretti, “perché sarebbe stato più lungo e quindi non avremmo avuto la sospensiva che abbiamo invece ottenuto oggi”.
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