Tutti conoscono, ormai, cos’è la Carta di Credito. La Carta di credito detta “a saldo”, la più comune e diffusa, generalmente offerta come servizio aggiuntivo all’apertura di un conto corrente, consente di dilazionare il pagamento della merce acquistata di un breve periodo (generalmente per un massimo 45 giorni) senza oneri finanziari aggiuntivi per l’acquirente. La carta di credito revolving, al contrario, è uno strumento di pagamento emesso da una banca o istituto finanziario che consente di rateizzare il pagamento della merce acquistata. Non tutti, però, sono consapevoli che la rateizzazione comporta un costo aggiuntivo per l’acquirente dovuto agli interessi previsti sul finanziamento entro un importo massimo chiamato “fido”, che quando il saldo del conto corrente in negativo supera l’importo del “fido” il cliente deve pagare anche una commissione di massimo scoperto e che gli oneri di gestione rappresentano un valore molto elevato stante l’alta frammentazione degli utenti. La profonda carenza di informazione sull’argomento fa sì che il numero dei consumatori che attivano una carta revolving senza sapere molto bene di cosa si tratti, confondendola il più delle volte con una normalissima carta di credito, siano tantissimi. I dati 2008 di Assofin – Associazione del Credito al Consumo ed Immobiliare – ci dicono che le carte revolving in circolazione nel nostro paese sono 14,6 milioni e che la domanda di attivazione è in crescita. Il dato desta maggiore preoccupazione se si considera, appunto, che la conoscenza sull’argomento è piuttosto scarsa e che e clausole vessatorie presenti nei contratti sono piuttosto frequenti,aumentando esponenzialmente il rischio di sovraindebitamento per il consumatore. Attenzione, quindi, a leggere attentamente, prima di firmare il contratto di attivazione di una carta revolving. Più alta è la percentuale TAEG ( Tasso annuo effettivo globale : è l’indicatore di tasso di interesse di un’oprazione di finanziamento ) maggiori saranno gli interessi da corrispondere in caso di prestito.

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