Lo stress è da molti considerato come la malattia della modernità, frutto di una società che costringe gli individui a stare sempre di corsa per motivi di lavoro, ma non solo. E il riconoscimento dello stress come vera e propria condizione patologica incide anche sul modo in cui questo viene inquadrato a livello sociale, culturale, ma anche legale. E in tal senso la sentenza 23923 della Corte di cassazione assume una grande importanza: confermando infatti la decisione presa dalla Corte d’appello di Genova, essa stabilisce che lo stato ansioso depressivo provocato al dipendente con atteggiamenti aggressivi, deve essere risarcito dal capo. La vicenda che ha generato questa sentenza nasce dall’atteggiamento appunto aggressivo e offensivo, fatto anche di intemperanze e gesti violenti, tenuto da un dirigente della Pretura di Imperia nei confronti di una cancelliera. Che poi la condanna a venti giorni di reclusione per lesioni colpose sia stata cancellata dalla Corte per prescrizione è un altro discorso: ciò che rimane è la lezione che lo stress indotto ai dipendenti è un comportamento illegittimo e passibile di condanna.

UFFICIO LEGALE UDICON
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