Superati i livelli nel 65% dei capoluoghi.
Torino è in testa alla classifica dei superamenti dei livelli di PM10, le polveri sottili inquinanti, seguita da Venezia e Modena. Fuori legge il 65% dei capoluoghi di provincia monitorati. A giudicare dai dati, aggiornati al 30 novembre (eccetto Torino al 25) il superamento dei livelli di PM10 nei centri urbani è usanza purtroppo consolidata. Anche il 2008, come gli anni scorsi, ha visto elevati livelli di polveri sottili in molte città: addirittura il 65% dei capoluoghi monitorati non ha rispettato il limite consentito, superando i 50 microgrammi/m3 in alcuni casi ben oltre i 35 giorni autorizzati per legge. A guidare la classifica mettendo a confronto i livelli di PM10 di 78 capoluoghi di Provincia c’è Torino con 118 superamenti. Seguita da Venezia dove il limite è stato oltrepassato per 102 giorni. Ma anche altre grandi città non riescono a tenere i livelli delle polveri sottili sotto i valori consentiti: Milano (94 superamenti), Firenze (86), Roma (67), Salerno (63), Bologna (57) e Bari (44). Chiudono la classifica Siena e Isernia rispettivamente con 4 e 6 superamenti, gli unici due capoluoghi a rimanere sotto la soglia dei 10 giorni di superamento. (Fonte: Ansa Dicembre)
Gli effetti nocivi sulla salute sono preoccupanti.
Le particelle sospese (o TSP – Particolato Totale Sospeso) comprendono polveri “grosse” PM10, particelle respirabili con un diametro inferiore a 10micrometri (10 millesimi di millimetro) e quindi in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio (dal naso alla laringe), polveri sottili (PM 2.5 – con diametro inferiore a 2,5 micrometri) e polveri ultrasottili. Le polveri hanno origine dai processi di combustione (gas di scarico di veicoli a diesel o a benzina, processi industriali, produzione energia elettrica, riscaldamento domestico). In inverno i loro valori sono superiori a quelli estivi, cosi come aumentano con la nebbia e con l’assenza di vento.
Gli effetti sulla salute potenzialmente attribuibili agli inquinanti ambientali possono essere “acuti” (aggravamento di sintomi respiratori e cardiaci in soggetti predisposti, infezioni respiratorie acute, asma bronchiale, disturbi circolatori) oppure – nei casi di esposizione per lungo periodo – di tipo “cronico” (tosse e catarro, diminuzione della capacità polmonare, bronchite cronica, BPCO).
I principali studi condotti in Europa e Stati Uniti sulla correlazione fra inquinamento atmosferico e cancro sono concordi nel valutare che alti tassi di polveri sottili comportano sostanziali incrementi dell’incidenza del tumore ai polmoni.
(commento da medico specializzato in malattie dell’apparato respiratorio)
Angelo Di Vico