I ragazzini italiani sono sempre più tecnologici. Internet e cellulari sono strumenti quotidianamente usati per comunicare, scattare foto, contattare vecchi e nuovi amici, affermare la propria identità. L’86% dei pre-adolescenti italiani usa infatti la rete, il 95% ha un telefonino. La rete è considerata più utile che rischiosa ma il 25% ammette di essersi trovato in situazioni rischiose o trasgressive. È quanto emerge dalla ricerca “Ragazzi connessi. I pre-adolescenti italiani e i nuovi media”, realizzata da Save the Children insieme al CREMIT (Centro di Ricerca per l’Educazione ai Media all’Informazione e alla Tecnologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) attraverso questionari distribuiti a ragazzi e ragazze fra gli 11 e i 14 anni.
I cellulari servono per comunicare e fissare i ricordi: sostituiscono infatti la macchina fotografica digitale. Usa il telefonino il 95% degli intervistati. E le attività principali sono l’invio di SMS (92%), l’uso di giochi (76%), lo scambio di immagini (74,%), filmati (68%), foto (54%), navigare (33%). Il 76% filma e fa foto per ricordare un evento, il 73% per condividere foto e video con amici.
La rete è usata dall’86% degli intervistati. In generale, rileva la ricerca, i ragazzi usano i motori di ricerca (81%), seguiti da video e musica (70%), msn,( 59%), chat (53%), upload (49%), email (47%), videogiochi (33%), forum, blog e social network (28%), skype (16%), acquisti e prodotti (15%), sondaggi e concorsi (11%). Il 38% possiede un profilo personale in un social network, il 32% possiede un blog. Il 74% dichiara di usare i social network per tenersi in contatto con gli amici abituali, il 50% per allargare il campo delle conoscenze.
La rete è considerata più utile che rischiosa anche se, afferma la ricerca, i ragazzi ammettono di correre qualche pericolo. Alla domanda su eventuali rischi corsi da coetanei o su comportamenti trasgressivi e pericolosi da loro stessi tenuti in rete, rileva la ricerca, “il 52% dei giovani intervistati ritiene che i coetanei fingano di essere qualcun altro, il 51% che raccontino cose non vere, il 46% che pubblichino foto senza autorizzazione, il 41% che ricevano inviti da parte di estranei, il 35% che cerchino materiali pornografici, il 34% che chattino con persone adulte”. E il 25% degli intervistati ammette di essersi trovato in una di queste situazioni. E rarissimi sono i casi (dal 2 al 5%) nei quali ci si è confidati con fratelli o sorelle o ci si è rivolti direttamente ai genitori.

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