In ogni contesto, le difficoltà che una persona disabile deve affrontare sono molte e di diverso tipo. Come detto spesso, le barriere architettoniche e la loro mancata eliminazione in molti paesi, soprattutto italiani, rendono la vita di un disabile ancora più complicata di quanto già non lo sia. L’accessibilità di una città rischia non solo di tenere fuori una persona materialmente, ma rischia anche di far partire un effetto a catena che potrebbe portare ad un’esclusione sociale altrettanto problematica. 

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Per questo le nuove tecnologie possono essere un aiuto, ma attenzione non una vera e proprio soluzione definitiva. Molte nuove Startup ne sono esempio, basti pensare a Bookingability, nata da un progetto palermitano e che permette alle persone disabili di scegliere alloggi privi di barriere architettoniche. Il tutto testato dalle foto precedentemente inviate dal proprietario dell’albergo in cui dimostra l’assenza di ostacoli nella sua struttura e che poi verrà inserita nell’elenco degli alloggi accessibili. 

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Bookingability però non è l’unico esempio, Eyra per esempio aiuta ipovedenti e non vedenti a leggere testi e riconoscere volti e ostacoli. Jobmetoo trova lavoro alle persone appartenenti alle categorie protette e se poi a lavoro bisogna arrivarci con Kimap si sceglie il percorso migliore al fine di evitare spiacevoli tratti colmi di barriere architettoniche. 

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La tecnologia è un grande aiuto, ma evitare i percorsi pieni di barriere architettoniche non può essere la soluzione definitiva, la loro eliminazione lo è.

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