In tempi di crisi, si sa, le scelte relative ai posti in cui
/nandare in vacanza devono per forza di cose tener conto di diversi fattori:
/nl’idea di basarsi solo ed esclusivamente sul proprio gusto personale, senza
/ndare più di un’occhiata al portafogli, è privilegio di pochi fortunati. Gran
/nparte dei cittadini italiani (ed europei), quindi, non può esimersi dal
/nvalutare costi e convenienza delle varie, possibili mete, finendo molto spesso
/nper optare per la destinazione più economica a discapito di altre, rimandate a
/ntempi più floridi.

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“La politica dei prezzi
/nè diventata l’elemento discriminante nelle scelte di chi va in vacanza
–osserva Denis Nesci, Presidente
/nNazionale Udicon- per cui bisogna essere
/nmolto attenti a ciò che si propone. Presentare prezzi elevati diventa, alla
/nlunga, controproducente
–continua il Presidente dell’Unione per la Difesa
/ndei Consumatori- e rischia di indirizzare
/ngli utenti verso altri posti, sicuramente meno cari e comunque abbastanza
/nattrezzati per consentire un piacevole soggiorno”.

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Nella stagione estiva, come prevedibile, gran parte delle
/npreferenze dei vacanzieri sono indirizzate alle località di mare: tra queste,
/ngrande successo viene riscosso ancora da quelle sul Mar Mediterraneo, le cui
/ncoste ospitano posti meravigliosi capaci di accontentare un po’ tutti. Il nostro
/nPaese, in quanto a mete da sogno in cui trascorrere qualche giorno di vacanza,
/nnon ha niente da invidiare ad altre meravigliose destinazioni: tuttavia,
/nl’afflusso verso le città italiane è in calo, in controtendenza rispetto a
/nquanto avviene per altre zone e il motivo si riallaccia proprio a quanto detto
/nprima, ossia alle spese da associare a ciascuna possibile opzione.

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Secondo i dati Eurostat riferiti al 2013 (e in attesa di
/nscoprire se nell’anno in corso è cambiato qualcosa) è proprio l’Italia il Paese
/npiù caro tra le mete poste sul Mediterraneo: la spesa per hotel e ristoranti,
/ninfatti, supera del 10% la media europea, laddove invece Paesi come la Croazia,
/nil Portogallo e la Turchia consentono un risparmio considerevole in tal senso
/n(rispettivamente del 26%, 23% e 22%). Anche Grecia e Spagna, rivali storiche
/ndell’Italia sul “Mare Nostrum”, restano al di sotto della spesa media europea,
/ncon costi che fanno registrare un -12% e un -9%. Discorso a parte merita poi il
/nMontenegro, con prezzi inferiori del 37% rispetto alla media continentale.

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Mentre il turismo in Europa e nel Mediterraneo è in crescita,
/nil Belpaese arranca: se il calo di turisti stranieri è lieve (-0,2%), quello
/ndei connazionali è molto marcato (-8%). Nonostante ciò però, tra le mete
/npreferite l’Italia resta sulla piazza d’onore alle spalle della Spagna, per via
/ndella propria straordinaria ricchezza ambientale, gastronomica, culturale e
/npaesaggistica. 

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“L’idea di poter
/ncampare di rendita
–sostiene
/nNesci- è quanto di più sbagliato possa
/nfare l’Italia. La bellezza dei nostri posti è incomparabile, ma viene
/ndepotenziata se non le si affiancano servizi adeguati e di qualità, nonché
/nprezzi accessibili. Il fatto che le compagnie aeree low cost siano spesso più
/nconvenienti di un viaggio in Italia col treno o con l’auto, e che le differenze
/ndi prezzo per alberghi e ristoranti siano notevoli, finisce per invogliare i
/nnostri stesso connazionali a passare le vacanze all’estero
–dice ancora il
/nPresidente Udicon- con importanti
/nripercussioni sulla nostra economia. Serve un atteggiamento diverso per
/nvalorizzare lo straordinario, inarrivabile potenziale del nostro Paese e
/nattirare i turisti italiani e stranieri nelle nostre città”.

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