“L’avvio della scuola
/nrappresenta, ogni anno, un momento molto difficile per le famiglie
–è il commento del Presidente
/nNazionale dell’Unione per la Difesa dei Consumatori, Denis Nesci- ed è triste che tale ricorrenza debba essere
/nassociata a qualcosa di poco gradevole, visto che l’istruzione ha un valore
/ninestimabile. Invece ogni anno i genitori devono provare a raccapezzarsi tra
/nconti sempre più stringenti pur di riuscire a garantire ai propri figli il necessario
/nper affrontare l’anno scolastico. È una situazione
–fa notare Nesci- assolutamente imbarazzante per un Paese come
/nil nostro ed è inaccettabile che non si riesca a porre rimedio a questo stato
/ndi cose”.

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Inizia l’anno scolastico e come al solito impazzano le
/nprevisioni su cifre vere o presunte sborsate dalle famiglie per mandare a
/nscuola i propri figli. Si tratta di calcoli che non sempre trovano concordi i
/nvari addetti ai lavori, poiché sul tema in questione influiscono diversi
/nfattori, come ad esempio il livello d’istruzione o i comuni di residenza; ad
/nogni modo, tutti sono d’accordo nel dire che, ancora una volta, il conto
/npresentato agli italiani è decisamente salato. Come dato di partenza, basti
/npensare che rispetto ai costi già particolarmente esosi sostenuti nel 2013, per
/nil 2014 è previsto un ulteriore aumento di due punti percentuali.

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Provando a destreggiarsi fra cifre di ogni genere, comunque,
/nci si accorge che le voci di spesa da affrontare per garantire l’istruzione
/nscolastica sono molteplici: tra quaderni, zaini, astucci, diari, matite,
/ncolori, penne e tutto ciò che va a formare il kit dello studente, infatti, si
/nstima che ogni nucleo famigliare debba spendere una somma globale oscillante
/ntra i 450 e i 490 euro. Si tratta di costi importanti che rischiano di divenire
/nastronomici aggiungendo la principale tra le voci di spesa, ossia i libri di
/ntesto, che richiedono uno sforzo economico che si aggira in media tra i 300 e i
/n350 euro, portando quindi il totale a superare in molti casi gli 800 euro, fino
/nad approdare in situazioni particolari all’iperbolica cifra di 1.100 euro per
/nstudente; in molte famiglie poi è necessario provvedere all’istruzione di più
/ndi un figlio, con conseguenze sul bilancio che diventano davvero drammatiche.

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Al di là dell’esattezza dei calcoli, resta il fatto che per
/nquanto si provi a risparmiare, tali spese finiscono per mettere in serio
/nimbarazzo l’equilibrio economico di moltissimi cittadini, costretti a
/neffettuare tagli importanti su altre spese, a partire dai generi alimentari e,
/npiù in generale, dai beni di prima necessità. Ciò implica per tante famiglie
/nostacoli enormi nell’affrontare la quotidianità e per l’intero Paese
/nun’ulteriore contrazione dei consumi e, quindi, una diminuzione rilevante della
/nricchezza generale.

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“Non è più possibile
/nchiudere gli occhi davanti a situazioni di questo tipo
–dice sconsolato il Presidente
/nUdicon- poiché il diritto all’istruzione
/nè, tra le altre cose, sancito dalla nostra Costituzione. A parte la natura di
/ndiritto irrinunciabile, l’istruzione è davvero
–conclude Denis Nesci- lo strumento che può consentire al Paese
/nintero di rialzarsi a livello economico, sociale e culturale”.

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