“Lo ribadiamo ormai da
/nmolto tempo e continuiamo a segnalarlo: lo stato di salute del nostro Paese,
/ndal punto di vista economico, è facilmente deducibile dalle difficoltà legate
/nai consumi
–osserva
/nDenis Nesci, Presidente Nazionale dell’Udicon, Unione per la Difesa dei
/nConsumatori- pertanto, da un’accurata
/nanalisi delle abitudini di consumo della gente è possibile capire quale sia il
/ngrado di benessere generale
–aggiunge Nesci- e, di conseguenza, apportare le dovute migliorie e adottare i
/nprovvedimenti più idonei”.

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Le considerazioni del Presidente Udicon illustrano in maniera
/npuntuale la stretta connessione esistente fra consumi e benessere, poiché molto
/nspesso il grado di libertà di scelta negli acquisti della popolazione consente
/ndi farsi un’idea abbastanza affidabile riguardo alla situazione economica
/ngenerale. Questa connessione appare con grande evidenza oggi, dove la grave
/ncrisi che colpisce l’Italia si ripercuote in maniera sensibile sui consumi,
/nincidendo quindi sulle spese affrontate quotidianamente dalle famiglie. In
/nparticolare, un recente studio di Confcommercio ha impietosamente evidenziato
/nla triste situazione dei consumi in Italia, fino ad arrivare alla constatazione
/nche da questo punto di vista si sono persi 20 anni.

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La prima considerazione da fare in tal senso è senza dubbio
/nquella relativa ai redditi a disposizione dei cittadini: anche qui ci sono
/npoche notizie incoraggianti, visto che si assottiglia sempre di più la quota di
/nsoldi da poter spendere mediante una libera scelta, conseguenza del fatto che
/nproprio i redditi risultano fermi addirittura a 30 anni fa: nel 1986, infatti
/nin media essi erano pari a 17.200 euro, oggi arrivano a 17.400 euro. Davanti ad
/nuna situazione di questo tipo, è facile capire come i consumi effettuati siano
/nsempre più riconducibili a quelli obbligati, e infatti le spese per casa,
/nsanità, assicurazione e trasporti finiscono per impegnare il 41% del reddito
/ntotale; questo fa capire come, considerando pure altri consumi legati a beni
/nprimari, la scelta dei cittadini consumatori sia sempre più ridotta, molto
/nsimile a quella di metà anni ’90.

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“Rendersi conto del drastico
/ncalo dei consumi
–dice
/nil Presidente dell’Unione per la Difesa dei Consumatori- significa accorgersi che il problema di fondo è davvero molto serio
/ne che occorrono misure importanti per far
/nripartire i consumi. Inoltre
–conclude Nesci- bisogna riflettere anche sul fatto che tra le voci in calo ci sono i
/ngeneri alimentari e i prodotti per la salute: si tratta di seri campanelli
/nd’allarme che non possono continuare a restare inascoltati”.

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