Mangiare conoscendo gli ingredienti contenuti negli alimenti è un diritto del consumatore. Da qualche giorno, oltre all’apposita etichetta, su alcuni prodotti sarà possibile visionare anche l’etichetta “etica”, che aggiunge tante altre informazioni, oltre all’obbligo dell’indicazione d’origine.
Questo progetto, frutto dell’indagine condotta sul tema della sicurezza alimentare, ha rilevato l’esigenza da parte del 91% degli italiani di un’etichetta sui cibi semplice e di facile comprensione, ma con più informazioni rispetto a quella attuale. In particolare, l’83 per cento degli intervistati preferisce il prodotto nazionale, soprattutto se tipico e tradizionale, ma dall’etichetta vorrebbe la garanzia dell’italianità di tutti gli ingredienti; otto italiani su 10 poi, sono contrari agli Ogm.
Quali sono, quindi, le novità introdotte? L’etichetta dovrà contenere i seguenti dati: le generalita’ del produttore (non solo il Paese d’origine ma ”l’azienda d’origine”); le generalita’ del trasformatore (quando diverso dal produttore); il metodo di coltivazione impiegato (industriale, biologico, biodinamico, naturale); le dimensioni aziendali (superficie e addetti) e le informazioni relative all’impatto ambientale (uso di acqua, di carburanti, di energie); il prezzo al produttore; l’origine dei semi per i prodotti dell’orto e quella dei mangimi per gli animali.
Per ora non ci sarà l’obbligo, ma le imprese sceglieranno in maniera volontaria di apporre l’etichetta, con la speranza che questo meccanismo diventi obbligatorio su ogni genere alimentare.
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