I diritti del consumatore in materia di contratti a distanza si rafforzano rispetto alla direttiva 97/7/Ce del 20 maggio 1997. La Corte di giustizia delle Comunità europee, infatti, per mezzo della sentenza depositata giovedì 3 settembre 2009 (causa C-489/07) ha stabilito che la tutela del consumatore è la cosa più importante da realizzare, e che questo deve avvenire attraverso un ampio utilizzo del diritto di recesso per coloro che acquistano beni a distanza, i quali non avranno l’obbligo di versare al venditore un indennizzo nei casi in cui abbiano utilizzato la merce prima di recedere dal contratto.
La vicenda da cui è scaturita la sentenza in esame riguarda un rinvio pregiudiziale dei giudici tedeschi alle prese con una controversia tra un consumatore, che aveva comprato un computer portatile via internet, e un’azienda che opera nelle vendite a distanza. La Corte ha concluso che è giusto permettere al consumatore di meditare sull’acquisto e di ripensarci dopo averlo ricevuto, senza alcun onere aggiuntivo. Le sole spese da addebitare all’acquirente “pentito” sono quelle relative alla spedizione per la restituzione della merce. Con questo tipo di sentenza la Corte mira far si che il recesso abbia una consistenza diversa dalla mera formalità.

UFFICIO LEGALE UDICON
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