La Cgil non è convinta dell’opportunità di alzare l’età pensionabile, continuando a dire no alla riforma del Governo. La richiesta esplicita di apportare modifiche al settore pensionistico arriva dall’autorevolissima voce dell’Unione Europea, la quale ha più volte sottolineato il dovere dell’Italia di allinearsi ai parametri adottati negli altri Stati membri, se non vuole subire sanzioni pesanti.
Il dibattito sul tema è abbastanza spinoso, e non sembra facile poter giungere a soluzioni ottimali fra tutte le parti in causa. La Cgil teme che un eventuale “si” possa rappresentare un primo passo verso successive modifiche anche nel settore privato. Tuttavia il Governo nega con forza questa eventualità, e sottolinea come i risparmi, molto consistenti (si parla di 2,5 miliardi di euro tra il 2010 e il 2018), verrebbero riutilizzati nel welfare, e proprio questo punto è quello su cui insistono diversi soggetti, come ad esempio la Confsal. L’equiparazione tra uomo e donna per quel che riguarda l’età in cui andare in pensione si concretizzerebbe nel 2018, anche se, dal 2015, tale requisito terrà conto delle aspettative di vita, elemento che verrà desunto da dati demografici dell’Istat e dell’Eurostat.

UFFICIO STAMPA UDICON
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