È difficile pensare che dietro qualche pizzico di sale si possono nascondere possibili disturbi per il nostro organismo. Eppure, un condimento così indispensabile per le nostre pietanze, e dalla storia complicata che lo ha visto protagonista perché considerato “l’oro bianco”, se assunto con regolare quantità quotidianamente, risulta dannoso. Certo è che come al solito tutto dipende dall’uomo, che ha ben pensato di raffinarlo, portandolo dal suo colore naturale grigio (sale integrale), a un bianco brillante che alla vista del consumatore appare più bello. Ma nessuno sa che, questa operazione di lavaggio non solo porta via i minerali essenziali (solfati, calcio, magnesio, potassio, ferro…), anzi lo arricchisce di sostanze chimiche (sbiancanti, antiagglomeranti e stabilizzanti di iodio), cosicché, il sale raffinato risultante sarà “morto”. Per dirla tutta, l’industria poi ci fornisce a parte queste “impurità” del sale, come il Magnesio e il Potassio, ma con un costo aggiuntivo, perché sarebbe troppo facile per i consumatori assumere qualcosa così come Madre Natura l’ha fatta, cioè, nel nostro caso, con 70 su 84 sostanze disciolte nell’acqua di mare.

Purtroppo, in un mondo così industrializzato, non è facile la vita dei consumatori. Se infatti volessimo acquistare il sale integrale, difficile da trovare nella grande distribuzione, pronti a spendere di più, e controllare le quantità consumate giornalmente, ci troveremmo comunque ad assumerne troppo perché in quasi tutti gli alimenti industriali che acquistiamo esso è presente con diverse percentuali, come conservante, esaltatore di sapidità… L’80% del sale che assumiamo giornalmente proviene proprio da questi. Un consiglio? Occhio sempre alle etichette. È facile nascondere un pizzico di sale con altre diciture: cloruro di sodio, bicarbonato di sodio, fosfato monopodico, glutammato monopodico, nitrato o nitrito di sodio. E se tra gli ingredienti è ai primi posti, evitiamo di acquistare l’alimento che ne contiene una percentuale troppo elevata.

Ricordiamo che solo una diminuzione del consumo di sale (l’Oms consiglia una quantità inferiore a 5 mg al giorno) riduce i rischi di obesità e ipertensione, che causano malattie cardiovascolari, ma anche di osteoporosi, cancro allo stomaco, ritenzione idrica, e se non abbiamo la possibilità di assumere quello integrale, bilanciamo la nostra dieta con altri minerali che lavoreranno in sinergia per equilibrare i nutrienti essenziali per il buon funzionamento e sviluppo del corpo.

 Alessia Naso
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