I genitori che utilizzarono latte Nidina “inquinato” per le loro due figlie dovranno essere risarciti dalla Nestlè Italiana e dalla Tetra Pack International.
È questa la conclusione della vicenda sancita dal giudice di pace di Giarre, Salvatore Fisichella, e che si riferisce al caso della presenza, nel latte in questione, di un inchiostro utilizzato nella fabbricazione di imballaggi, chiamato Itx. Questa sostanza, che non è di documentata pericolosità per l’uomo e non è inserita nella lista di prodotti cancerogeni, chiaramente non dovrebbe comunque esser presente nel latte.
Il giudice Fisichella ha evidenziato la responsabilità contrattuale ed extracontrattuale relativa alla commercializzazione del prodotto “inquinato”, che va a toccare la questione dei danni alla salute. Inoltre, sono tutt’altro che trascurabili i disagi psicologici che subentrarono nella vicenda, poiché i genitori che acquistarono il latte incriminato risultarono fortemente turbati dalla possibile contaminazione della prole a causa delle sostanze inquinate.
L’inchiesta relativa a questo caso diede vita, nel 2005, a un massiccio intervento della Guardia di Finanza, che sequestrò ingenti quantità di latte per bambini.
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