Telecom Italia si appresta a ritoccare il canone del telefono fisso di 1,26 euro, portandolo da 12,40 a 13,66 euro mensili. E contestualmente chiede all’Autorità per le Comunicazioni (l’Agcom) un aumento di 1,7 euro per linea del canone all’ingrosso, cioè quello applicato dall’ex monopolista ai concorrenti per l’uso della propria infrastruttura: da 7,6 a 9,3 euro. 
Mentre l’aumento alle famiglie – che dovrebbe scattare con la bolletta di febbraio 2009 – avviene in regime di prezzi liberi, l’incremento del canone all’ingrosso (prezzo amministrato) dev’essere approvato dall’autorità presieduta da Corrado Calabrò. Quest’ultima, a quanto risulta, ritiene che l’aumento del canone per i concorrenti non possa essere più alto di quello applicato alla clientela privata. Perché in tal caso si ridurrebbe la possibilità per i competitor di proporre ai clienti offerte migliorative; e dunque si restringerebbero gli spazi della concorrenza.
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