Era il 9 maggio del 1950, quando l’allora ministro degli esteri francese Robert Schuman con la sua nota Dichiarazione, proponeva la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio, per la quale di lì a poco sarebbe stato firmato il Trattato istitutivo che avrebbe dato il via alla prima forma di cooperazione economica europea.
/nDalle macerie della seconda guerra mondiale, l’Europa cercava di risollevarsi tentando di bandire definitivamente la “guerra” e realizzare azioni concrete per il mantenimento delle relazioni pacifiche tra i popoli.
/n“Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche…”, così scriveva Schuman nel suo discorso, invitando la Francia e la Germania a metter fine al loro secolare contrasto, fautore dei più sanguinari conflitti che avevano visto tutta l’Europa coinvolta dall’inizio del secolo.

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/nIl 9 maggio del 1950 fu anche il giorno successivo alla capitolazione nazista, quando furono arrestati i generali di Hitler, Hermann Göring e Vidkun Quisling e l’Europa veniva definitivamente liberata dal nazifascismo, per questo rappresenta la rinascita di un gruppo di Stati desiderosi di ricostruire una nuova unione: un’Europa libera, un’Europa di cooperazione e solidarietà, un’Europa di diritti.
/nMa a che punto siamo da quel lontano 1950? Dopo 69 anni siamo davvero riusciti a costruire l’Europa di cui parlavano i padri fondatori nel loro sogno di una “Comunità di diritto” capace di rappresentare un faro di civiltà nel mondo?
/nIn questi giorni le istituzioni europee hanno messo a disposizione dei cittadini, sul portale europa.eu il link stavoltavoto.eu, tramite il quale tutti possono, assumendosi la propria responsabilità di cittadino europeo, sottoporre agli organi comunitari proposte di miglioramento delle politiche europee.

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/nQuest’avvicinamento al cittadino dimostra, probabilmente, come ancora sia difficile “sentirsi europei”, comprendere quanto sia cambiata la condizione dei cittadini da quel lontano 1950, riuscire a percepire l’importanza dei diritti che oggi possiamo esercitare e i vantaggi di cui possiamo godere soltanto per la nostra appartenenza a questa comunità.
/nSono probabilmente tanti gli errori che sono stati fatti, su tante scelte di politica economica e non solo, ma la ricchezza di una tale unione dovrebbe innanzitutto partire dal riconoscimento delle differenze e delle condizioni “molto dissimili”, di cui già parlava Schuman, in cui si trovano i paesi europei, sia sotto il profilo economico che sotto il profilo sociale; differenze che dovrebbero costituire una ricchezza per l’Europa e rappresentare il punto di inizio per nuove scelte di integrazione.
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